L'Ossario del Pasubio è minacciato dai cambiamenti climatici. Per tutelare il riposo eterno degli oltre 5 mila eroi della Grande guerra tumulati al suo interno, la fondazione “3 Novembre 1918” ha commissionato un restauro da 300 mila euro, giunto ieri al via libera definitivo. «I lavori partiranno a primavera» ha confermato il generale Domenico Innecco, presidente dell'ente che commissionò la costruzione del sacello all'inizio degli anni Venti e che ancora oggi si occupa della sua manutenzione. «Sarà isolato dalle infiltrazioni e verrà ripristinata la bellezza originale degli interni affrescati».

Come un faro affacciato sulla Val Leogra, a quota 1217 sul livello del mare, il sacrario è esposto agli agenti atmosferici dal 1926, anno in cui la torre di 35 metri fu completata.La fondazione “3 Novembre” nacque alla fine del primo conflitto mondiale per volontà del maresciallo Guglielmo Pecori Giraldi, che comandò la Prima Armata sul Pasubio dal maggio 1916 sino alla vittoria, e che alla fine dei suoi giorni volle essere tumulato insieme ai suoi caduti nel sacello.

«La struttura porta magnificamente i suoi 86 anni, ma il suo degrado ha subito un'accelerazione negli ultimi anni a causa dei mutamenti climatici - spiega l'architetto Stefano Mengato di Schio che ha progettato l'intervento sull'involucro esterno - È necessario difenderla dalle infiltrazioni d'acqua».

A questo fine sarà applicato un prodotto isolante nelle fughe e nelle crepe delle pietre che compongono il rivestimento e ripassata la lattoneria. «L'aspetto del sacrario non sarà alterato in alcun modo» assicura. Il piano, che ha ricevuto di recente l'approvazione della Soprintendenza, prevede anche il restauro degli interni affrescati dal toscano Tito Chini, artista che combattè sul Pasubio. Sarà eseguito dallo studio Arcart di Vicenza.

«Metà dell'intervento è già stato finanziato con donazioni - fa presente il generale Innecco - E siamo fiduciosi che la provvidenza non ci farà mancare la somma restante, in modo da completare l'intervento per il centenario della Grande Guerra». Quasi 50 mila euro sono arrivati dall'ente Fiera di Vicenza, donazione approvata dal Cda in marzo dopo la visita all'Ossario del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, che in quell'occasione chiese alla società di farsi promotrice del restauro in vista dell'anniversario bellico. Altrettanti sono arrivati da un imprenditore vicentino - che vuole restare anonimo - per onorare il padre, ufficiale d'artiglieria nel '15-'18. Un altro stralcio è stato finanziato invece dal nipote di Pecori Giraldi.

La fondazione “3 Novembre”, nata per aiutare i reduci e le loro famiglie della Prima Armata, si occupa anche del mantenimento del museo della Prima Armata adiacente all'Ossario.

Elia Cucovaz
per ilgiornaledivicenza.it

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