FALCADE. La Valle del Bióis si prepara a celebrare nel migliore dei modi i 100 anni dallo scoppio della Grande Guerra. Nel 1914, infatti, dopo l'attentato di Sarajevo all'arciduca d'Austria, Francesco Ferdinando, iniziava la Prima guerra mondiale che sarebbe durata fino al 1918 causando circa 10 milioni di morti.

L'Italia entrò in guerra solo nel 1915 (anche se alcune popolazioni, oggi appartenenti allo Stato italiano, furono interessate dal conflitto già nel 1914) e fra i vari teatri di combattimento ci furono pure le Dolomiti. Per questo anche Falcade, che si trovò ad essere prima linea e immediata retrovia, ha deciso di partecipare attivamente al ricordo di quanto accadde.

«La Grande Guerra» dice il Comitato di commemorazione del Centenario, costituitosi nei mesi scorsi su iniziativa del Comune di Falcade, dell’Unión ladina Val Bióis e delle Associazioni Ana della Valle - fu la prima guerra tecnologica e di massa dell’età contemporanea e coinvolse nelle operazioni belliche, in una misura fino ad allora sconosciuta, le popolazioni civili. Fu un evento che scosse dalle fondamenta l’ordine politico europeo, modificò nel profondo visioni filosofiche, politiche, letterarie ed artistiche, diede uno straordinario impulso allo sviluppo industriale ed economico dei paesi coinvolti, trascinò ad essere parte attiva della storia le masse popolari conferendo ad esse soggettività anche politica, assegnò un nuovo ruolo alle donne, segnò per sempre il destino di molti territori colpiti dalla furia bellica».

Tra il maggio 1915 e il novembre 1917, le Dolomiti rappresentarono un duro e cruento campo di battaglia, che vide combattersi aspramente italiani e austriaci, allora nemici, oggi fratelli in Europa. Lo scontro interessò anche la Valle del Bióis, a pochi chilometri dal confine con l’impero austro-ungarico. «Comitati come il nostro» spiegano da Falcade «sono sorti, a vari livelli, in tutti i paesi che parteciparono al conflitto, con l’obiettivo di trasmetterne la conoscenza alle nuove generazioni, ma anche di far sì che la memoria di tale immane tragedia diventi risorsa per una cultura di pace». «Quello che ci proponiamo» continuano «è non solo di allargare la partecipazione agli altri Comuni della Valle del Bióis e a quanti, esperti e appassionati locali, anche a titolo personale, vorranno portare il loro contributo, ma anche di coinvolgere attivamente la popolazione». In queste settimane il Comitato è al lavoro per realizzare sul territorio una serie di iniziative da svilupparsi in un arco di tempo che, seguendo la cronologia degli eventi della Grande Guerra, potrà estendersi fino al 2018. Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio verrà reso noto il programma. «A rafforzare la nostra opera» conclude il Comitato «c'è anche la convinzione che, se adeguatamente valorizzate, iniziative ed opere per celebrare la ricorrenza possano avere anche una positiva ricaduta sul turismo».

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