ski pass bikeIl giro dei passi o i percorsi meno tecnici e faticosi Tour giornalieri, anche con guida.

Si pedala sulle piste da sci. Gerhard Vanzi: «Si può arrivare in cima senza dover affrontare salite impegnative».

CORTINA D'AMPEZZO (Belluno) - Su e giù per impianti e piste, come si fa d'inverno con gli sci, ma con la mountain bike. Basta con seggiovie e cabinovie in gran parte chiuse nel corso dell'estate, in attesa dell'inverno successivo. Ora al posto dello skipass c'è il bike pass. La montagna si rinnova e scopre nuove frontiere.

Se finora le funivie erano destinate d'estate a portare in quota gli amanti dei panorami dall'alto, guadagnati senza fatica, i turisti di passaggio sui passi e i ferragostani dei pic nic, ora è un'altra musica. Le due ruote e gli ammortizzatori delle mountain bike, assieme ai loro proprietari passano il «bip», come per lo skipass, e accedono alle cime, per affrontare, impianto dopo impianto, lunghi itinerari, sfruttando stradine, sentieri, passaggi creati apposta per questo scopo. Dalle Dolomiti alla Valle d'Aosta. E proprio ieri si è inaugurato il Sellaronda MTB TOUR, attivo fino al 16 settembre. È il mitico giro dei passi nel comprensorio sciistico di Dolomiti Superski, affrontabile sia in senso orario che antiorario, inanellando il Passo Gardena, il Sella, il Pordoi e il Campolongo. Al posto di distese innevate e temperature rigide, prati verdi, macchie di rododendri fioriti, sorgenti e ruscelli.


Il costo del bike pass giornaliero è di 30 euro. Quest'anno si fa sul serio, dopo che l'iniziativa era partita, un po' come esperimento, un paio di anni fa. È aumentato il numero degli impianti aperti d'estate (permettendo così di raggiungere più facilmente i 3.000 metri di dislivello dei quattro passi dolomitici) e i tracciati sono migliori e più sicuri: «La chiave sta nell'aver unito la pratica della mountain bike in alta quota con l'utilizzo degli impianti a fune che sono aperti durante l'estate - commenta Gerhard Vanzi, l'ideatore del Sellaronda MTB TOUR - in questo modo gli appassionati possono utilizzare la propria mountain bike senza per questo dover affrontare salite molto impegnative». Un risparmio di «metri in salita» a tutto vantaggio della godibilità del paesaggio delle Dolomiti, e del divertimento «sicuro» in discesa. Infatti i nuovi impianti entrati nel Sellaronda MTB TOUR consentono di evitare tratti molto tecnici come quello che da Portavescovo porta al Passo Pordoi. Certo, come con gli sci, serve una buona preparazione fisica e tecnica. Si può partire da uno dei paesi intorno al gruppo del Sella, quindi da Selva Gardena, Corvara, Canazei, Campitello o Arabba, percorrendo il giro in senso orario (60 km) o antiorario (50 km). E c'è anche la possibilità di essere accompagnati da una guida di mountain bike (60 euro a persona comprensivo di bikepass giornaliero, www.sellarondatour.com).

Nelle Dolomiti venete anche Cortina ha il suo bike pass per 9 impianti di risalita. I percorsi sono numerati e segnalati. Cartine, altimetrie e descrizioni dettagliate, Bike Shuttle e Bike & Bus (www.CortinaBike.Dolomiti.org). Insomma un servizio completo. Dall'altra parte delle Alpi sono tre le località in Valle d'Aosta che in estate aprono gli impianti per le discese in mountain bike: Pila, La Thuile e Cervinia. Per inaugurare la stagione estiva, il 29 e 30 giugno, ci sarà il 1° free day freeride (bike hotel gratuito, pass per gli impianti di risalita gratuito, maestri di mountain bike gratuiti, www.bikevalledaosta.it). La Thuile (con circa 220 km di percorsi cross-country e free-ride che partono dai 2.400 metri di quota in giù) avrà, oltre al proprio bike pass (17 euro) anche un biglietto internazionale (collegamento con i tracciati di La Rosière in Francia, a 23 euro), due nuovi percorsi nel bike park e un tracciato tecnico nuovo dalla funivia Bosco Express. Cervinia offre 20 km di tracciati downhill e 50 cross-country, con il bike pass giornaliero a 17 euro.

Chi non ha dubbi e affronterà il carosello in sella sulle Dolomiti è Matteo Marzotto, industriale, tornato alla moda dopo la parentesi alla presidenza di Enit: «Andrò a provare di sicuro il Sellaronda in mountain bike - dice al telefono mentre sta pedalando in Toscana, 160 km a 36 gradi - anche se io sono di quelli che di solito pedala sempre, anche in salita, senza utilizzare i mezzi di risalita: è salire il vero divertimento». Marzotto, che passa con disinvoltura dalla bici da corsa alla mountain bike e che ha alle spalle impegnative maratone in bici aggiunge: «Nella mia esperienza ricordo la salita sulla cima di un vulcano in funivia alle isole Hawaii, fino a 3100 metri - e poi la discesa in mountain bike. Però apprezzo l'idea di facilitare le salite utilizzando seggiovie e funivie, allargando l'utenza. La bici è per tutti, anche se va fatta con serietà. Serve a conoscere il proprio corpo, con il dovuto graduale allenamento, senza affaticare il cuore».

Massimo Spampani - Corriere della Sera

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