Alpino -Le tappe di Ta pumTrento. Il vicolo stretto si snoda tra le ombre di un vecchio edificio, alle spalle di piazza Grande. Al civico 1 c’è la sede locale dell’Associazione Nazionale Alpini. Una scala in pietra conduce all’ultimo piano dove è in corso una breve presentazione del progetto Ta pum. Walter Pilo, artigliere alpino a vent’anni, oggi affermato imprenditore, racconta di questa idea nata molti anni fa. «Mio nonno materno era kajserjager durante la Grande Guerra, quello paterno arruolato nell’Esercito italiano come granatiere di Sardegna.

Quando si incontrarono per la prima volta io avevo 8 anni. L’uno di fronte all’altro, senza dire nulla si abbracciarono. Lo ricordo benissimo, come fosse oggi. Nacque allora il mio concetto di Europa, in quell’abbraccio spontaneo». Sembra che Walter sia partito proprio da questa immagine per concepire il suo Ta pum: un percorso di oltre 1.800 chilometri suddiviso in 60 tappe che collega i luoghi più significativi lungo quella che fu la linea del fronte nella Grande Guerra. «Questo cammino ha due anime, l’una alpinistica e l’altra escursionistica» mi racconta Walter. Gli occhi vivaci, tondi come due nocciole, ben visibili sotto la tesa del cappello alpino con i gradi da sergente. La prima, partita il 24 agosto dai laghi di Cancano, sopra Bormio a 1.950 metri di quota, ha affrontato sentieri impegnativi, dislivelli importanti, vette sopra i tremila.

La seconda colonna, invece, si è avvicinata alle alture più dolci il 12 settembre, partendo proprio da Trento, dal vecchio edificio sede della locale sezione degli alpini. Quattro le regioni attraversate: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia; decine le province e i comuni coinvolti. Partner d’eccezione l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR che ha promosso, attraverso questa spedizione storico-alpinistica, un monitoraggio di parametri atmosferici favorendo il rispetto e la tutela dell’ambiente. «Anche la RAI sarà al nostro fianco per realizzare un documentario da proporre al grande pubblico». Protagoniste le colonne composte da alpinisti e da due ragazzi in armi dell’Esercito italiano che dopo aver camminato per giorni si sono ritrovate a Redipuglia e insieme hanno raggiunto Trieste. «Non sapevo neppure io come sarebbe andata.

I tempi difficili mi hanno suggerito di non domandare aiuti economici a nessuno, mi sono autofinanziato: ho comprato l’attrezzatura e l’abbigliamento tecnico per i ragazzi impegnati in questa avventura. Li ho seguiti, ho immaginato i loro scarponi poggiare sulle rocce calcaree delle Dolomiti, tracciare un solco immaginario sulle nevi in cresta. Li ho attesi ad Asiago, ero con loro a Redipuglia e poi insieme fino a Trieste». Questo progetto è lo sviluppo di un ricordo di bimbo, è un sogno fino a ieri nel cassetto. Walter lo ha realizzato, partendo proprio dal logo dell’iniziativa: l’impronta di un vibram attraversata dalla scritta Ta pum. Un’orma che come un sigillo mette a tacere il rumore della guerra e ci lascia a tu per tu con la bellezza mai mutata delle Terre alte.

www.ana.it (L'Alpino Novembre 2014) - Ada Mello

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