Verrà restituita a un piccolo paese in provincia di Cosenza Il giovane faceva parte della pluridecorata Brigata Perugia.
L'eco della Grande Guerra risuona in un piccolo paese della Calabria dove a distanza di cent'anni torna il ricordo del primo conflitto mondiale. A portarlo è una targhetta funeraria appartenuta al fante calabrese Alfonso Pignataro.
La storia inizia molti anni fa quando due fratelli recuperanti, Mario e Costante Rossi di Sasso di Asiago, stavano perlustrando i boschi sopra la frazione asiaghese dove abitano alla ricerca di cimeli. Quel giorno il radar diede un lungo sibilo facendo riaffiorare dal terreno una targhetta funeraria che era stata posta lì per identificare la salma di un soldato caduto durante un combattimento, al quale era stata data una sepoltura frettolosa. Si trattava, come riportato nella targhetta, di “Alfonso Pignatari, soldato 129 fanteria di Castrovillari nato nel 1893 e caduto il 28 gennaio del 1918”.
A quel tempo simili cimeli non erano di particolare interesse per i recuperanti in cerca di bossoli e grosse schegge di ferro che assicuravano un buon guadagno.
Ma qualche settimana fa a Mario Rossi, ora è in pensione, quella targhetta è ricapitata per caso tra le mani e da qui l'idea di restituirla al paese del fante.
Rossi ha quindi contattato l'appassionato di storia della Grande Guerra e autore di numerosi libri sull'argomento, Giovanni Dalle Fusine per far luce sulla vicenda. «La ricerca è partita contattando il Sacrario del Leiten, dove riposano più di 54 mila caduti, dei quali oltre la metà risulta senza nome - spiega Dalle Fusine - Qui negli anni Trenta vennero traslati i corpi dei soldati italiani e austroungarici recuperati sull'Altopiano, provenienti dai principali cimiteri di guerra o dalle sepolture poste nelle immediate retrovie delle prime linee». Nessuna traccia però del calabrese. Le ricerche hanno portato quindi all'Albo d'Oro dei Caduti nella Guerra 1915-1918, archivio dei caduti consultabile online, e qui è comparsa una grafia diversa per il cognome: “Pignataro Alfonso”.
«Poi, all'anagrafe di Cariati, in provincia di Cosenza, ho trovato il suo certificato di nascita e sul monumento cittadino ai caduti il soldato è ricordato tra i nativi del borgo calabrese - prosegue Dalle Fusine - Per tutto l'intervallo militare seguì il reparto di fanteria facente capo alla Brigata “Perugia”, tra le più decorate del conflitto, fino a quel fatidico 28 gennaio del 1918, in cui le ferite mortali gli tolsero l'ultimo respiro. Giusto portare almeno la targhetta del fante al suo paese visto che i suoi resti mortali riposano al Sacrario del Leiten tra altri migliaia di “ignoti”».
Il sindaco di Cariati Filippo Giovanni Sero ha dato piena disponibilità ad accogliere la targhetta e provvederà a porla in una teca sul monumento ai Caduti di Cariati.
Gerardo Rigoni - ilgiornaledivicenza.it