Le prime nacquero sulle Dolomiti, oltre un secolo fa. Oggi i tutor del Soccorso alpino controllano che vengano indossati il casco e l' imbragatura.
Favorevoli e contrari I puristi storcono il naso e lamentano la profanazione della montagna, ma ogni estate questi percorsi sono sempre più battuti I ponti sospesi sull' Adamello, i sentieri scavati nelle muraglie verticali I percorsi più emozionanti (e attrezzati).
Sono oltre cinquecento le vie ferrate italiane, uno straordinario patrimonio, grazie al quale milioni di persone possono assaporare il piacere del verticale senza correrne i rischi. I puristi storcono il naso e lamentano la profanazione della montagna, ma ogni anno questi percorsi attrezzati con corde metalliche, scalette e gradini infissi nella roccia procurano a chi vi si affidi emozioni indimenticabili.
Le prime ferrate sorsero sulle Dolomiti oltre un secolo fa e il loro successo ne ha procurato un' impetuosa moltiplicazione sull' intera catena alpina e oltre. Anche il Soccorso alpino si è mosso per una campagna di prevenzione, «Sicuri in ferrata»: i tutor hanno trascorso alcune giornate sulle ferrate più frequentate, controllando se gli escursionisti indossassero il casco e l' imbragatura e si servissero dei set da ferrata.
Come ogni estate, questi aerei percorsi tornano a riempirsi di appassionati. L' emozione è a portata di mano. Ma attenzione: sulle ferrate, prima che con mani e piedi, occorre andarci con la testa.
Valgrisenche - Con i suoi 800 m di dislivello, è la più lunga fra le ferrate della Valle d' Aosta. È suddivisa in quattro parti e può essere interrotta in caso di necessità. Molto emozionanti le interminabili scalette, che percorrono le placche superiori. Ampia la vista sui ghiacciai al confine con la Francia. Tempo di salita: 4 ore.
Le Grigne - Si tratta di un complesso sistema di sentieri attrezzati e di vie ferrate, che percorrono queste splendide montagne care agli alpinisti lombardi. Si trovano itinerari di ogni lunghezza e difficoltà. Una soluzione facile, ma panoramica, consiste nel salire sulla Grigna meridionale per il Canalone Porta e la cresta Sinigaglia, scendendo poi lungo i Sentieri Cecilia e della Direttissima. Spettacolare il panorama sulle guglie calcaree e sul lago di Como. Si parte dal Piano dei Resinelli (Lecco) e si impiegano 5 ore.
Sentiero dei fiori al Presena - Questo itinerario sul filo dei tremila percorre le fortificazioni italiane della Grande guerra in Adamello. La ferrata non è difficile, ma raggiungere la Cima di Lagoscuro da cui il sentiero si diparte richiede una certa conoscenza di alta montagna e di ghiacciaio. Indimenticabili le due aeree passerelle di 53 e 70 metri, simili a quelle piazzate un secolo fa dagli alpini. Grandioso il panorama. Tempo di salita dalla funivia del Passo Paradiso, sopra il Tonale: 4-5 ore.
Tabaretta - Itinerario di grande impegno anche atletico, che si sviluppa per 500 metri su un' aperta parete, collegando il rifugio Tabaretta e il rifugio Payer. I colpi d' occhio sulla severa parete nord dell' Ortles sono indimenticabili. Assicurarsi che non ci sia neve sulle rocce e che le condizioni meteo siano perfette. L' accesso avviene da Solda, in Alto Adige.
Bocchette nelle Dolomiti di Brenta - Le Bocchette sono un complesso sistema di sentieri attrezzati, che, sfruttando le caratteristiche cenge che corrono sulle pareti del Brenta, percorre l' intero gruppo a una quota di 2300-2700 m. Il tratto più spettacolare è costituito dalle Bocchette Centrali, che richiedono due giorni di cammino e una buona capacità di muoversi su terreno molto esposto. Si pernotta al rifugio Alimonta. Punto di partenza è la funivia del Grostè, che sale da Madonna di Campiglio.
Mori - Questa ferrata di bassa quota non raggiunge una cima, ma supera una parete verticale con un itinerario molto difficile e in grande esposizione. È alta solo 200 m, pur sviluppandosi per 500. Occorrono preparazione atletica e nervi saldi. Il punto di partenza è la piccola località di Mori, in Val d' Adige, presso Rovereto. Tempo di salita 3 ore.
Tomaselli alla Cima Fanis Sud - È un itinerario molto impegnativo, con tratti verticali e notevole esposizione. Anche la discesa avviene lungo una diversa via ferrata e richiede dunque una discreta preparazione fisica. La ferrata è alta 300 m ed è comodamente accessibile dalla funivia del Lagazuoi, che sale dal Passo del Falzarego (Corvara o Cortina). Tempo di salita 3 ore.
Le Mesules al Sella - Questo storico itinerario supera la muraglia del Sella che incombe sopra il passo omonimo. La salita è di notevole impegno, anche per la lunghezza: 800 m di dislivello, di cui 500 di ferrata. Complesso anche il rientro attraverso il Piz Boé e la Val Lasties. Meravigliosi i colpi d' occhio sulla Val Gardena e sul gruppo del Sassolungo. Si parte dal Passo Sella. Tempo di salita 4 ore, in complesso 7 ore.
La Marmolada - Raggiunge la regina delle Dolomiti, toccando i 3343 m di Punta Penìa. Non è una ferrata particolarmente impegnativa, ma richiede buon allenamento per la quota e la lunghezza. Le condizioni meteo devono essere ovviamente perfette e occorre informarsi che sulla via non sia presente del ghiaccio. Meglio comunque portarsi piccozza ed eventualmente ramponi per la discesa dalla via normale. Si parte dalla funivia di Pian dei Fiacconi, salendo da Passo Fedaia (Canazei). Tempo di percorrenza: 4 ore.
Il Cabirol a Capo Caccia - Spettacolare ferrata della Sardegna, percorre le vertiginose falesie di Capo Caccia, celebri per la grotta di Nettuno. La via si snoda in traverso sopra il mare, con passaggi molto aerei lungo due esili cenge rocciose. L' attrezzatura in parete non è sempre perfetta e andrebbe migliorata. Richiede 4 ore, con partenza dal parcheggio del belvedere sull' isola Foradada, lungo la strada che da Alghero sale a Capo Caccia.
L' equipaggiamento - Cosa portare in ferrata Le ferrate vanno affrontate indossando un' imbragatura e servendosi degli appositi set, composti da cordini, moschettoni e dissipatori, incaricati di rendere meno brusco lo strappo qualora si scivolasse e si dovesse restare appesi alla corda.
Il casco - È indispensabile: l' affollamento lungo le vie può comportare un serio pericolo di caduta scarpe Possono essere da scalata o da escursionismo. Utili anche i guanti da lavoro, che evitano il contatto diretto con la corda metallica.
I «tutor» - L' operazione sicurezza, avviata dal Soccorso alpino, prevede dei tutor lungo le vie più battute, con controlli agli escursionisti. Quelli non attrezzati nel modo corretto vengono scoraggiati a proseguire.
Franco Brevini - Corriere della Sera