sabato 10 dicembre 2016
alle 17.00 al Fortino di Nago (TN)
Tratto dal catalogo:
Nel Bel Paese già itinerano alcune mostre dedicate alla Grande Guerra, vista attraverso le copertine della Domenica del Corriere, illustrate dalla penna di quel genio del disegno animato che si chiamava Achille Beltrame.
Si tratta di mostre antologiche, veramente importanti, che ripercorrono in toto gli avvenimenti di quei fatidici anni, visti spesso con gli occhi (bisogna pur dirlo) della propaganda militare e della convenienza politica. Basti pensare che, al tempo della tremenda ritirata avvenuta dopo la disfatta di Caporetto, non una sola copertina fu dedicata ai fatti che rischiarono di farci perdere tutto, faccia compresa. Ciononostante va riconosciuta a Beltrame (ed al “Corriere”) la capacità, incredibile per quei tempi, in cui i mezzi di comunicazione erano nulli, di riuscire ad entrare nelle case di un’Italia contadina e perlopiù analfabeta, attraverso immagini, pur edulcorate, ma sostanzialmente veritiere, e testimoniare quanto avveniva sui nostri monti infiammati.
Essendo venuti in possesso delle raccolte complete della Domenica del Corriere che vanno dal 1915 al 1918, “... abbiamo allora pensato ad un approccio più selettivo per questa nostra mostra che nasce all’interno del progetto “Gli italiani (e i trentini) e la guerra in montagna. Per una divulgazione di pagine di storia locale” sostenuto moralmente e fattivamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, cui vanno i nostri ringraziamenti. Approccio che ci permettesse di considerare non tanto la guerra “guerreggiata” cara alla retorica del tempo, bensì la guerra “vissuta” nel quotidiano dai nostri soldati al fronte.
Così, tra oltre 500 copertine e retro-copertine, ne abbiamo selezionato meno di 50 per raccontarvi la storia incredibile di questi uomini e degli animali che li hanno fedelmente accompagnati nelle mansioni di tutti i giorni, pagando anch’essi un prezzo altissimo in termini di vite. I testi che accompagnano le immagini sono criticamente edotti dai bollettini ufficiali dello SME; dai racconti di chi la guerra l’ha vissuta e da quanti l’hanno seriamente studiata, nulla concedendo a menzogna ed ipocrisia.
Così facendo pensiamo di aver reso un buon servizio all’onestà intellettuale che deve contraddistinguere ogni seria analisi degli accadimenti che, tuttora, condizionano gli equilibri di questo strano continente di nome Europa.
A quanti avranno la pazienza di seguire il viaggio nel percorso da noi suggerito, l’augurio di trovare lucidi spunti di riflessione. Per noi il risultato migliore per un lavoro curato con passione ed amore, mai di parte.