“Gubbio vive negli eugubini e la vostra numerosa partecipazione qui a Pian di Salesei ne è diretta testimonianza oggi come cento anni fa”. Con queste parole il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones, ha accolto gli oltre 1500 eugubini che sabato 5 agosto sono giunti al sacrario militare di Pian di Salesei per rievocare a un secolo di distanza la tradizionale “Festa dei ceri”, avvenuta il 15 maggio del 1917 quasi a ridosso della linea del fronte. Giovani e anziani, uomini e donne, intere famiglie, molti di loro col fazzoletto commemorativo rosso al collo, hanno iniziato a giungere al sacrario alla spicciolata, la maggior parte a piedi o col servizio navetta messo a disposizione dal Comune ben prima dell’inizio della cerimonia proseguita poi per tutta la mattinata con gli interventi delle autorità istituzionali e delle associazioni coinvolte nella commemorazione.
Il sindaco Grones ha ricordato la Grande Guerra come un avvenimento “che ha sconvolto il mondo, segnato per sempre la nostra valle, la nostra comunità e la nostra vita”. Una tragedia che ha lasciato sulle pendici del Col di Lana più di 8.000 morti di ogni ordine, grado e nazionalità: “Il ricordo di quella straordinaria festa in guerra e di quella immane tragedia deve restare sempre vivo perché l’uomo dalla storia deve imparare i valori della pace. Oggi più che mai”.
Una grande festa, che ha riservato diversi momenti di commozione e culminata con l’alzata simbolica delle barelle con i tre caratteristici ceri di quasi 6 metri di altezza sormontati dai tre santi che “partecipano” ogni anno alla “Festa dei ceri” a Gubbio. In testa S. Ubaldo, patrono della città (definito da papa Giovanni Paolo secondo santo della Riconciliazione), e S. Giorgio e S. Antonio in processione. Sollevati ciascuno da un decina di volontari (cento anni lo fecero i soldati eugubini del 51° reggimento Fanteria), i grandi ceri che sabato hanno partecipato alla rievocazione storica di quell’evento straordinario sono stati costruiti per l’occasione dai maestri falegnami di Gubbio con il legname dei boschi del Col di Lana. “Ceri ricostruiti fedelmente in base a documenti dell’epoca, frutto dello studio e la ricerca condotta dall’università Arti e Mestieri, le associazioni dei Ceri, del Maggio eugubino e degli Eugubini nel mondo con Mauro Pierotti”, ha sottolineato commosso il sindaco di Gubbio, Filippo Maria Stirati, rimarcando il sentimento di stima e amicizia che lega il suo paese a Livinallongo del Col di Lana, dal 2014 (col sindaco Ugo Ruaz) ufficialmente gemellati dopo un lungo iter burocratico seguito all’opera di sensibilizzazione svolta negli anni precedenti dalla compianta maestra Teresa Pezzei.
Se nel 1917 quel luogo fu il tragico teatro di una guerra senza precedenti per il numero di soldati caduti di entrambi gli schieramenti, ieri a Pian di Salesei si è respirata una serena e gioiosa aria di pace e di fratellanza, con le storiche associazioni d’arma italiane e austroungariche strette accanto ai loro caduti e raccolte in un meraviglioso scenario naturale. “La corsa dei ceri di un secolo fa è stata un inno alla vita”, ha proseguito il sindaco di Gubbio, “oggi è una festa della memoria e un monito per il futuro che vanno trasmessi alle giovani generazioni”. La cerimonia religiosa, introdotta e accompagnata dalle voci del coro parrocchiale di San Giacomo diretto da Denni Dorigo, è stata concelebrata dal vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli, dal parroco di Livinallongo, Dario Fontana e dai cappellani militari don Lorenzo Cottali, don Armando Minelli e don Fabrizio Cellucci.
Al fianco delle associazioni eugubine hanno dato il loro contributo artistico alla manifestazione il Coro Fodom, il coro femmnile Col di Lana, la Banda da Fodom, il Coro Ana di Feltre e la Banda cittadina di Gubbio. Comune e Istituto Ladin Cesa de Jan hanno inoltre edito il libro di Ezio Anzanello “Un anno sul Sief-1916-1917”. Un ringraziamento sentito è stato rivolto dal palco alla macchina organizzatrice che ha funzionato perfettamente grazie all’impegno e alla disponibilità del gruppo Alpini di Livinallongo Col di Lana col capogruppo Luca Deltedesco, che ha collaborato fianco a fianco con il Comune, la Croce Bianca Fodom, la Protezione civile di Montebelluna che con la Polizia locale ha diretto il traffico, lo Sci Club Arabba che ha organizato il pranzo per tutti nella tensostruttura ad Arabba, quindi Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco volontari, Carabinieri e altre forze dell’ordine. Con le associazioni d’arma italiane (presente anche il capogruppo degli alpini bellunesi Angelo Dal Borgo) e una rappresentanza austriaca del 24. Jaegerbattalion Lienz, sono intervenuti anche gli amministratori e i sindaci di molti Comuni agordini, i rappresentanti delle Regioni Veneto (con il presidente del consiglio Roberto Ciambetti) e Umbria (con il consigliere Andrea Smacchi), della Provincia di Belluno (con il consigliere Pierluigi Svaluto Ferro), il parlamentare Franco Gidoni e la senatrice Raffaella Bellot. Ricordato il progetto Interreg del 2006 per il quale furono investiti dal Veneto, con l’allora assessore Floriano Prà, 2 milioni di euro per il ripristino di trincee e camminamenti sul Col di Lana e la realizzazione del Parco della memoria.
Predisposto anche un annullo filatelico (curato dall’associazione filatelica agordina) con timbro speciale apposto su delle cartoline tematiche appositamente realizzate per l’evento e affrancate con un francobollo emesso in occasione della “Corsa dei ceri” del 1983. Non poteva mancare la riproposizione della foto storica scattata cento anni fa a Pian di Salesei, questa volta in una cornice festosa e colorata, allietata dai giochi dei numerosi bambini presenti con le proprie famiglie. Anche quest’anno, il giorno dopo, cioè la prima domenica di agosto, il Comune di Livinallongo e il gruppo Alpini del Col di Lana, hanno organizzato a Pieve (sul Col di Lana domenica purtroppo si è scatenato il maltempo) una giornata in ricordo dei caduti della Grande Guerra alla presenza delle autorità civili, religiose e militari con le delegazioni in armi dell'Esercito italiano e austriaco.
Nota storica: In merito alla “Festa dei ceri” del 15 maggio 1917 furono i soldati eugubini del 51° reggimento di Fanteria (che col 52° formava la “Brigata Alpi”, con sede a Perugia), considerato che la loro tradizionale “Festa dei Ceri” dedicata al patrono S.Ubaldo non poteva svolgersi a Gubbio per via di un decreto regio che vietava ogni assembramento, a manifestare l’intenzione di celebrarla lassù, alle pendici del Col di Lana, appena qualche centinaio di metri al di sotto della prima linea dove stavano combattendo. Le grandi e sanguinose battaglie in questo settore si erano svolte soprattutto nei primi due anni di guerra (1915 e 1916), quindi nel 1917 il fronte si mostrava relativamente calmo: gli italiani avevano conquistato la cima del Col di Lana costringendo gli austriaci ad arretrare di qualche decina di metri, sul Monte Sief. Una distanza breve, ma sufficiente per rendere un po’ più tranquilla la vallata sottostante verso Pian di Salesei, allora sede dell’accampamento militare e oggi del silenzioso e imponente sacrario militare che conserva le spoglie di 4700 soldati ignoti, 685 soldati italiani riconosciuti e 19 austriaci. Programmata con alcuni mesi di anticipo, quella che è nota anche come “la corsa dei ceri” per via del modo in cui si svolge, fu preparata da una cinquantina di soldati eugubini con l'aiuto del capitano Rinaldo Chelli (pluridecorato e autore delle foto giunte fino a noi). Con il permesso dell'alto comando militare furono quindi costruiti tre grandi ceri con relative portantine e statue dei santi. Nonostante la pioggia la festa si svolse regolarmente con la benedizione a corridori, ceri e santi da parte del cappellano militare. I ceraioli in gara vestivano grigio-verde con un fazzoletto rosso al collo. Al canto della loro marcia sollevarono le portantine e si slanciarono su per l'erta mulattiera del Col di Lana che conduce a Pian di Salesei, seguiti da tutti gli altri soldati. Una testimonianza racconta come ognuno cercasse di raggiungere i portatori di ceri per poter dare il cambio e il proprio contributo alla corsa. Tutti erano pervasi da una commozione profonda e da un entusiasmo che li spingeva zigzagando su per una ripida erta la quale venne ben presto superata. Fu un vero e proprio assalto al Col di Lana, ma questa volta pacifico e incruento. Pochi mesi dopo, il 24 ottobre, avvenne la ritirata di Caporetto e l'esercito italiano dovette abbandonare in fretta le posizioni conquistate ritirandosi sulla linea Monte Grappa - Montello - Piave. Il Centenario celebrato sabato segue la commemorazione avvenuta 10 anni fa in occasione del 90° della corsa (circa 500 gli eugubini che vi avevano partecipato) e a cui sono seguiti, nell’agosto del 2012, un omaggio ai caduti e la collocazione di una statuina di S.Ubaldo nella cappelletta eretta in cima al Col di Lana. Ma è stato nell’agosto 2007 che l’avvenimento di novanta anni prima è stato riportato alla luce. Ciò ha contribuito a far saltare fuori dall’archivio privato dello scrittore agordino Giorgio Fontanive una foto inedita che nell’ambiente è stata definita la “quarta foto” dei Ceri del Col di Lana (tre si conoscevano già) e che rappresenta la partenza della corsa. Sono le 17 del 15 maggio 1917.
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