'Tra umano e disumano', nella duplice versione di radiodramma e spettacolo teatrale, porta in scena lo scambio di lettere tra una madre e un figlio divisi dal fronte della prima Guerra mondiale. Pubblicato in due dvd, è realizzato dall'associazione l'Uomo libero onlus nell'ambito del progetto 'Ta Pum–Il cammino della memoria' (al quale aderisce anche l'Ufficio stampa del Cnr) in collaborazione con Parole sonore e con il contributo della fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto.
I protagonisti appartengono a una famiglia italo-austriaca: Anne Block, che vive a Innsbruck ed è vedova dell'italiano Ruggero Palmieri, e il figlio Rolando, arruolato nel regio esercito italiano nel 1913. Rolando partecipa alla guerra con tutti i suoi orrori ed è ulteriormente angustiato dal dover combattere contro i propri compaesani e amici a seguito della situazione politico istituzionale e ideologica del conflitto. Una narrazione “dal fondo della trincea”, in linea con la memorialistica e la storiografia che valorizza il punto di vista dei soldati e riporta alla memoria collettiva la trama di sentimenti e affetti che sta dietro a ogni, esecutore, e spesso vittima, di volontà politiche lontane.
L'intento del lavoro è divulgativo, ma si inserisce in un contesto di studi sul primo conflitto mondiale che ha conosciuto recente fortuna, anche grazie alle ricorrenze del centenario. La forma della narrazione offre allo spettatore e all'ascoltatore la possibilità di accostarsi direttamente alla fonte, di ripercorrere la storia privata del soldato e della sua famiglia, calata però in una storia più generale e comune a tante altre persone.
Nei testi il tema della crudezza e della violenza della guerra - solitamente menzionate in maniera cauta nella corrispondenza di guerra, per timore della censura - diviene invece centrale, con descrizioni estese e vivide. Il desiderio di umanità, di amicizia fratellanza e pace traspare in ogni passo, sottolineando quanto tale aspirazione sia comune su ambo i fronti, al punto di rendere la guerra “una finzione”.
Attraverso le loro lettere e diari, i soldati ci hanno lasciato una testimonianza diretta di questo terribile evento, una traccia priva di rielaborazioni. Un'impronta “a caldo”, lasciata su lettere e cartoline sofferte, spesso sgrammaticate, dalla grafia incerta, che ci conduce attraverso uno straordinario viaggio indietro nel tempo: nelle trincee, attraverso i reticolati della terra di nessuno o nelle retrovie. La guerra emerge così come esperienza privata. I fanti nella maggior parte provengono da un microcosmo fatto di riti, usanze e tradizioni secolari, i cui tempi di vita sono scanditi dal rapporto con la natura e le stagioni, i cui orizzonti sono contraddistinti dalla cultura dialettale, prevalentemente orale, e dalla dottrina cattolica, con il suo prontuario che va dall'etica del sacrificio e della rassegnazione al senso del dovere del buon cristiano. Nei loro scritti ritroviamo moltissimi elementi di questo mondo, che nel momento in cui si scontra con la grande storia subisce i colpi letali infertigli dalla moderna società di massa.
In circa 30 anni si è ormai consolidata una letteratura scientifica che ha posto in evidenza la rilevanza storiografica di queste fonti. Il centenario ormai al termine della prima guerra mondiale con una proliferazione di eventi, pubblicazioni, operazioni multimediali e sul Web che coinvolgono una molteplicità di istituzioni, editori e testate giornalistiche, attesta quanto questo conflitto formi parte integrante delle radici identitarie nazionali ed europee.
Maurizio Gentilini
www.almanacco.cnr.it
titolo: Tra umano e disumano
categoria: Multimediale
autore/i: AA.VV.
editore: Ta Pum – Il cammino della memoria