Il comitato organizzatore ristruttura il “Museo della Battaglia” di Vittorio Veneto, gli alpini ripristinano la galleria Vittorio Emanuele. E arriva un simulatore di volo.
In troppi lo dimentichiamo: a Cima Grappa sono sepolti 22.910 soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, a Nervesa 9.235, a Fagarè del Piave 10.543. E poi ci sono quelli del cimitero francese di Pederobba. Una carneficina, dal Grappa al Piave, fino a Vittorio Veneto, su quello che i tedeschi chiamavano “Italienfront” o “Gebirgskrieg”. Da una parte il Regio Esercito italiano e i suoi alleati, dall’altra le armate di Austria Ungheria e Germania. È la prima guerra mondiale, tra il 1915 ed il 1918, che tanti hanno rimosso non solo dai ricordi, ovviamente riportati, ma anche dalla coscienza.
Una mattanza di cui non si può non far memoria, perché le vittime furono centinaia di migliaia, estendendosi il fronte dal Sud Tirolo all’Isonzo, anzi oltre, e passando per le Dolomiti.
Una memoria di cui si sta occupando in termini organizzativi un comitato provinciale, presieduto da Marzio Favero, in stretto coordinamento con quello regionale, che ha sede, guarda caso, a San Donà di Piave, mentre è Vittorio Veneto la città dove il conflitto si concluse con la vittoria, o meglio con la “pace”, come preferisce meglio dire il sindaco Gianantonio da Re, peraltro d’accordo tutte le forze politiche e culturali, quindi senza distinzione ideologica. E dove l’ex senatore Maurizio Castro chiede da tempo che quell’evento storico sia ricordato con un memoriale, dedicato appunto alla pace.
Per il momento, invece, ci si ferma alla ristrutturazione del “Museo della Battaglia” (investimento da tre milioni di euro), dove si potrà assistere alla battaglia del solstizio, ovviamente virtuale. E virtuale saranno anche i voli del primo conflitto mondiale che sarà possibile vivere grazie al simulatore di cui verrà dotato il campo della “Fondazione Jonathan Collection”, presieduta da Giancarlo Zanardo, che proprio in questi giorni sta provando un “Caproni Ca.33”, bombardiere della Grande Guerra. Il simulatore di volo rientra nel progetto finanziato dall’Ue per la riorganizzazione dei campi di aviazione militare nell’Alta Italia, cento anni fa
Ma numerose altre sono le iniziative in cantiere. A Cima Grappa è allo studio, per iniziativa di Onorcaduti, degli alpini dell’Ana e del Comitato regionale e provinciale, il completamento del ripristino della galleria Vittorio Emanuele, lunga ben cinque chilometri, che già in occasione del novantennale vide la luce per un breve tratto. «Purtroppo le risorse sono quelle che sono, faremo il possibile per aprire nuovi percorsi, almeno per il 2018», assicura Floriano Zambon, del comitato provinciale. Il vecchio ossario, che qui si trova, è chiuso da trent’anni. Ma anche i due nuovi – italiano e austroungarico – hanno bisogno di una manutenzione straordinaria. In condizioni ancora più precarie è la copertura centrale dell’ossario di Nervesa, che lascia penetrare l’acqua piovana e che pertanto dev’essere ristrutturata, mentre le adiacenze esterne hanno urgenza di un intervento di sistemazione. Ci sta lavorando anche il Comune di Nervesa. Le trincee del monte Palon, lunghe 1.300 metri, sono utilizzate a fini didattici, e quindi necessitano di un ulteriore adeguamento a questa finalità. Il sistema delle trincee del monte Tomba è un altro progetto allo studio, ma i fondi sono tutti da trovare. Sul Piave, nei pressi di Lovadina, si sta ripristinando l’antico porticciolo. E altre infrastrutture vengono riportate alla luce lungo il fiume sacro alla Patria. Sacro sì, ma con scarsa dignità rappresentativa, per cui a Ponte della Priula si metterà mano alla lapide commemorativa e al sito che fa memoria della lontana, ma sempre presente, tragedia. Così come la fa l’Isola dei morti, a Moriago, visitata in occasione del novantennale dal Presidente. Innumerevoli saranno i convegni e i raduni.
Francesco Dal Mas - La Tribuna di Treviso