Una zona sacra fin dagli anni ‘20, perché nel corso della prima parte della Grande Guerra vi morirono 10.000 ragazzi, tra italiani ed autroungarici. Ancora oggi il Monte Pasubio conserva alcune delle più assurde testimonianze del primo conflitto mondiale che proprio negli ultimi anni sono state oggetto di un importante intervento di recupero che ha visto unite la Provincia di Vicenza e la Provincia autonoma di Trento, le Comunità Montane dell’Alto Vicentino, Comuni e associazioni.
"Qui possiamo vedere la nostra storia e trasmetterla alle generazioni future" è stato il commento del commissario della Provincia di Vicenza, Attilio Schneck, mentre il presidente della Comunità Montana Leogra -Timonchio, Corrado Filippi Farmar ha illustrato il progetto di recupero della zona sommitale del Pasubio, uno dei 19 interventi lungo il fronte della Grande Guerra sulle Prealpi Vicentine. "L’obiettivo è quello di creare un grande Ecomunseo del primo conflitto mondiale".
Busi, centro logistico da dove arrivava acqua e aria compressa, la teleferica e il rifugio Balasso. Quindi nella zona sommitale del Pasubio si sono recuperati i camminamenti del Dente Italiano, del Dente Austriaco, di Cima Palon, del Cogolo Alto e della Selletta Comando, nonché del Camminamento Ghersi. Infine non va dimenticato il cimitero della Brigata Liguria.
In particolare nella zona sacra del cimitero hanno lavorato i fanti del Comune di Valli del Pasubio, con la collaborazione degli Artiglieri di Schio e dei fanti "Zona Vicenza Tre", mentre nelle altre aree sono stati impegnati gli uomini del Servizio forestale regionale di Vicenza, l’associazione nazionale Alpini con i gruppi locali.
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