Sarà presentato il 20 febbraio a S. Pietro di Cadore il nuovo libro di Giovanni De Donà e Walter Musizza dedicato alle operazioni militari e alle sofferenze civili tra Forcella Zovo Monte Schiaron e Monte Curiè.
Qualcuno, non senza ragione, sostiene che la Grande Guerra in Comelico, in particolare tra S. Stefano e Sappada, non ha sui libri di storia e nell’immaginario collettivo lo spazio e la risonanza che pur le competono rispetto ad altri teatri di lotta più vicini, come le Tofane, il Monte Piana o le Tre Cime di Lavaredo. Forse perché qui le operazioni consistettero in uno stillicidio di attacchi e contrattacchi di piccoli nuclei, possibili solo dopo la paziente occupazione di posizioni chiave, o forse perché il teatro d’operazioni non fu mai considerato strategico per uno sfondamento delle difese austriache attorno al Passo di Monte Croce Comelico, fatto sta che poco si sa di fatti e misfatti del conflitto a S. Pietro di Cadore e nelle sue frazioni, in cui un ruolo predominante spettò, oltre che alla Guardia di Finanza, alla stessa popolazione civile.
Nell’estremo lembo settentrionale del Regno, là dove Antonio Ronzon disse che “il riso dell’Italia muore”, in riva ad un Piave non ancora fiume e tantomeno sacro alla Patria, il conflitto colpì in maniera davvero inesorabile, soprattutto per la difficile situazione economica in atto: quassù la vita della nostra gente era di pura sopravvivenza già nella vita normale, figuriamoci quando la guerra impose le sue ragioni. A Costalta la linea del fronte correva a pochissimi chilometri, tre o quattro circa, subito dietro le case del paese, cosicché i pascoli e le malghe di Visdende, i prati e fienili con le stalle, praticamente tutte le risorse della popolazione, si trovarono nella terra di nessuno, tra le trincee italiane di Monte S. Daniele, Monte Zovo, Col della Sentinella e Monte Curiè e quelle austriache del Monte Peralba e del Monte Chiadenis.
Con tutti gli uomini validi al fronte, le donne e gli anziani dovevano tirare avanti in qualche modo da soli, le prime facendo le portatrici e i secondi lavorando per il Genio Militare, nella costruzione di strade e postazioni. E non solo: bisognava districarsi ogni giorno tra nuove imposizioni militari, che depauperavano il paese di ogni bene esistente, a cominciare dagli animali e dal fieno.
A riscoprire finalmente i tanti aspetti di un conflitto che imperversò sulla comunità di S. Pietro è il nuovo libro curato da Giovanni De Donà e Walter Musizza, “Grande Guerra, Grandi Dolori – Operazioni militari e popolazione civile nel primo conflitto mondiale a S. Pietro di Cadore e in altre zone del Comelico” (Ed. DBS, Seren del Grappa). Il testo è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Elisabetta Casanova Borca, col sostegno della Regione del Veneto, dell’Unione Montana Comelico e Sappada presieduta da Alessandra Buzzo e dai Gruppi Alpini di S. Pietro e Costalta con i Presidenti Loris De Zolt e Igor Casanova.
Musizza e De Donà, giovandosi della collaborazione di un gruppo di volontari coordinati da Silvia Soravia, subito impegnatisi nella ricerca di ogni fonte reperibile in loco, hanno studiato una gran mole di documenti dell’archivio comunale di S. Pietro e del Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma, nonché di altre fonti rinvenute in archivi privati e di preziose testimonianze della tradizione orale raccolte da Amedeo De Bernardin Gaina. Le fotografie, per lo più inedite, sono state messe a disposizione dal Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma, dalla signora Maria Cipriani, dal fotografo Paolo Terzi e dagli stessi autori.
Il libro sarà presentato il prossimo 20 febbraio, alle ore 16, presso Palazzo Poli De Pol a S. Pietro di Cadore, con l’intervento, oltre che degli autori, del giornalista Bepi Casagrande in qualità di moderatore, del Coro Comelico, del Presidente del Comitato “Ta Pum - il Cammino della memoria” Walter Pilo, che sta lavorando per far riconoscere l’iniziativa dal Consiglio d'Europa e del Maggiore Leonardo Landi, Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Cortina d’Ampezzo, curatore scientifico e membro del comitato organizzatore della recente mostra “La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-18 – Il lungo cammino verso Vittorio Veneto” tenutasi a Palazzo Ducale a Venezia la scorsa estate.