Presentata sabato a Palazzo Poli una pubblicazione nata grazie al contributo di molte persone e al confronto tra documenti ufficiali e tradizione orale.
Una serata in cui un’intera comunità ha potuto, con interesse ed emozione, rileggere una pagina importante della sua storia. Erano in tantissimi sabato nel salone del Palazzo Poli – De Pol di S. Pietro di Cadore ad assistere alla presentazione del libro “Grande Guerra Grandi Dolori” di Walter Musizza e Giovanni De Donà dedicato al primo conflitto mondiale in questo comprensorio del Comelico.
Presenti il col. Diego Zamboni Comandante del 7^ Regg. Alpini di Belluno, il gen. div. Gianluigi Miglioli Comandante del Comandi Regionale Calabria, il col. Patrizio Milan Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, i rappresentanti dell'ANFI del Comelico e le maggiori autorità militari e civili presenti sul territorio.
Dopo i saluti del Sindaco Elisabetta Casanova Borca, del Presidente dell’Unione Montana Comelico e Sappada Alessandra Buzzo, dell’Assessore regionale al Territorio, Cultura e Sicurezza Cristiano Corazzari, del Sindaco di Kartitsch Josef Außerlechner, del Presidente del Comitato TAPum Walter Pilo, è stato il noto giornalista della RAI Bepi Casagrande ad introdurre e collegare i vari interventi dei relatori, intervallati dai canti alpini del Coro Comelico.
Mentre Musizza ha delineato le scelte difensive fatte in Cadore a fine ‘800, subito sconfessate nel maggio 1915 dalla realtà strategica di un fronte difficile e sguarnito, De Donà ha presentato l’impatto della guerra sulla popolazione locale, messa a dura prova dalle requisizioni e da uno stato di miseria generale in cui le donne furono le autentiche eroine della sopravvivenza di tante famiglie. Furono loro infatti, in assenza dei mariti impegnati su fronti vicini e lontani, a gestire da sole casa e figli e a guadagnarsi poche lire concorrendo ai lavori militari. Furono così più di 60 le donne del paese che si videro riconosciuta (ma appena nel 1975!) la Croce di Cavaliere in qualità di “portatrici”. Il Maggiore Leonardi Landi, già curatore scientifico e membro del comitato organizzatore della recente mostra “La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-18 – Il lungo cammino verso Vittorio Veneto” tenutasi a Palazzo Ducale a Venezia la scorsa estate, ha illustrato quindi il ruolo nel conflitto della Guardia di Finanza, che vide operativi tra il Palombino e lo Scheibenkofel due battaglioni (16° e 18°) e cui spetta, tra l’altro, il “merito” del primo colpo di fucile del nostro esercito nella notte del 23 maggio 1915 al ponte di Brazzano sullo Judrio vicino a Cormons.
Va sottolineato per inciso che determinante per la ricostruzione degli eventi in questo settore comeliano sono risultati foto e documenti messi a disposizione dal Museo della Guardia di Finanza di Roma, diretto dal Cap. Gerardo Severino.
L’avv. veronese Giorgio Smanio ha tratteggiato invece la figura del suo parente Luigi Smanio, morto assieme ad una ventina di altri finanzieri in seguito ad una grande valanga in Val di Londo nel febbraio 1916 ed ha ricordato i molti altri caduti di questa antica famiglia, che conta circa 1800 esponenti sparsi per il mondo.
La serata si è conclusa con un doveroso ricordo del Generale della Finanza Plinio Pradetto nato nel 1903 a S. Pietro, 21^ Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, che si definiva secondo le sue stesse "finanziere e cadorino" e con un vivo ringraziamento alla Regione del Veneto, all'Unione Montana Comelico e Sappada, ai Gruppi A.N.A. di S. Pietro e di Costalta e a tutti i volontari che hanno contribuito finanziariamente e alle ricerche di fonti orali, scritte e fotografiche, come Amedeo De Bernardin Gaina, il Vicesindaco Ileana De Bernardin, Piera Maria Cipriani (al cui nonno, il Ten. Nicolò Cipriani, si devono alcune belle foto del periodo bellico), Silvia Soravia e tanti altri ancora.