Pierluigi Roesler Franz ha completato le ricerche, durate qualche anno, sui giornalisti italiani morti in guerra. Sono oltre cento, 83 solo quelli morti nella Grande Guerra, cioè nella prima guerra mondiale. I loro nomi e le loro storia saranno pubblicate da Franz con un apposito libro, si spera con il patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) e anche dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI).
Pubblichiamo intanto la breve storia del giornalista siciliano Salvatore Eugenio Alliotta, arruolato volontario e caduto a soli 21 anni sul fronte del Carso. Franz ha intanto reso nota la storia a una serie di autorità militari e dirigenti di organismi di categoria dei giornalisti, apprendendo che, molto italianamente, di Alliotta s’era persa la memoria a causa di un errore burocratico….. - Pino Nicotri
Dopo un’estenuante ricerca durata più di 2 anni sono finalmente riuscito a trovare tutti i dati mancanti relativi al giornalista Eugenio Aliotta del quotidiano “La Sicilia” di Catania, Caduto nella Grande Guerra ad appena 21 anni. La ricostruzione della biografia di Eugenio Aliotta, 1° della lista degli 83 giornalisti morti al fronte nel 1915-1918, è stata particolarmente complessa perché:
1) sulla lapide ritrovata a Roma nel maggio 2011, il suo nome era erroneamente indicato come Eugenio Aliotti;
2) per l’Uffico della Leva militare non esisteva alcun ALIOTTA Eugenio, mentre esisteva ALIOTTA Salvatore;
3) per l’Archivio di Stato di Catania nel 1916 a Catania esisteva solo il “Corriere di Catania”, mentre uscivano regolarmente in edicola anche altri 2 quotidiani catanesi: “La Sicilia” e “Il Giornale dell’Isola”.
Il suo vero nome è Salvatore Eugenio Aliotta, figlio di Francesco (questi nel 1916 era Ufficiale giudiziario presso la Pretura di Linguaglossa). Era fratello di Gaetano Aliotta, che ha combattuto anch’egli nella Grande Guerra come tenente.
Salvatore Eugenio Aliotta è nato il 31 maggio 1895 a Licodia Eubea (Catania), distretto militare di Siracusa. Pertanto non si tratta – come finora si credeva erroneamente – del quasi omonimo Eugenio Paolo Aliotta, figlio di Giuseppe e di Giovanna Scollo, nato a Catania il 2 aprile 1895 e fratello di Agatino, nato a Catania il 7 febbraio 1898.
Era sottotenente del 146° Reggimento Fanteria Brigata Catania.
È morto il 14 ottobre 1916 nell’Ospedaletto da campo “Città di Milano” (od Ospedale della C.R.I. n. 2) per le gravi ferite riportate due giorni prima in combattimento sul Carso nella zona dell’Isonzo per la conquista di DEBELI Vrh e di Quota 144.
Ne dettero la triste notizia il 24-25 ottobre 1916 a pag. 2 il quotidiano “La Sicilia” di Catania (organo del Commercio, dell’Industria e della Finanza in Sicilia), diretto da Paolo Arrabito e che aveva sede a Catania in via San Gaetano alla Grotta 11, il “Giornale dell’Isola” di Catania il 25/10/1916 a pag. 3 e il “Corriere di Caatania” del 25 ottobre 1916 a pag. 3 che annunciò la morte del sottotenente Salvatore Eugenio Aliotta.
Dettero poi notizia della sua morte il Bollettino della Federazione della Stampa del 25/11/1916 e la Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 30/11/1916 n. 281 a pag. 5921.
Aliotta figura nel 2° Elenco dei Giornalisti Caduti nella Grande Guerra pubblicato su “La Guerra Italiana” del 19/12/1916 in 2^ pagina.
Era andato sotto le armi nel novembre 1916 e, dopo aver frequentato il Corso accelerato per allievi ufficiali a Modena, era partito per il fronte nel marzo 1917 combattendo eroicamente nella controffensiva del Trentino e da ultimo nelle battaglie per la conquista del Carso.
Dopo l’encomio del Colonnello Alfonso Gazzano, Comandante del suo Reggimento, ricevette anche un fonogramma di compiacimento dal Maggior generale Vittorio Boyl, Comandante della Brigata Catania, per la sua azione eroica del 25 settembre 1916 (circa 2 settimane prima della sua morte). Agendo da solo in piena notte s’impadronì, infatti, di un grosso rotolo di fil di ferro con cui gli austriaci riparavano i reticolati posti a soli 10 metri dalle loro trincee. Se lo caricò sulle spalle e tornò indietro incolume nonostante le fucilate nemiche. Un’altra volta, invece, in pieno giorno si era spinto da solo tra le linee nemiche riuscendo ad interrompere il telefono tra i posti e le trincee austriache.
Fu sepolto nel sacrario militare di Redipuglia, come risulta a OnorCaduti del Ministero della Difesa.
Vi è la sua foto sul “Giornale dell’Isola” di Catania del 22/10/1916 a pag. 3.
Sulla lapide ritrovata a Roma è erroneamente indicato come Eugenio Aliotti. Compare nell’Albo d’Oro dei Caduti nella Grande Guerra della provincia di Catania XXI Volume pag. 9 sotto il nome di Salvatore Aliotta.
Compare sotto il suo primo nome di Salvatore Aliotta al n. 14 a pag. 95 dell’Elenco dei Caduti della Brigata Catania.
Aliotta, nonostante la giovane età, per la sua preparazione ed intelligenza fu un apprezzato redattore de “La Sicilia” di Catania dove usò il suo secondo nome Eugenio (abbandonò, invece, il suo primo nome, Salvatore).
Piccolo di statura, ma dotato di grande mente e nobiltà di cuore, era legatissimo a sua madre che adorava e da cui si staccava con indicibile dolore. E proprio alla mamma scrisse una toccante lettera appena 4 giorni prima di morire (é riportata integralmente sul “Giornle dell’Isola” di Catania il 25/10/1916 a pag. 3).
Studiò al liceo “Mario Cutelli” di Catania. Era ormai considerato un neo avvocato, essendo iscritto al 3° anno del corso di Giurisprudenza all’Università di Catania (vedere decreto legislativo del 5 novembre 1916 che prevedeva la concessione della laurea ad honorem per i militari morti in guerra che avessero comunque concluso il corso di studi universitari).
Risulta che Eugenio Aliotta fu commemorato il 4 novembre 1921 (stesso giorno della cerimonia a Roma di tumulazione del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria) presso l’Associazione della Stampa a Roma assieme agli altri giornalisti caduti (all’epoca se ne conoscevano, però, solo 46, cioé la metà di quelli effettivamente Caduti). Il suo nome compare infatti a pag. 217 del XIX capitolo “Giornalisti soldati” del libro “Giornalismo eroico” di Arturo Lancellotti, Edizioni Fiamma, Roma, 1924, di 264 pp. con prefazione di Giovanni Biadene, Segretario Generale della Federazione Giornalistica Italiana, consultabile in 49 biblioteche italiane.
Pierluigi Roesler Franz - blitzquotidiano.it