Sabato 6 ottobre dalle ore 09:30 alle 14:30
... con le Guide Altopiano Asiago
La difesa italiana durante la I° Guerra Mondiale, nei pressi di Caporetto era pensata su tre linee di difesa e correva lungo le sponda destra e sinistra del fiume Isonzo. La nostra escursione ci porterà a visitare in parte la III° linea difensiva formata da postazioni di mitragliatrici, posti di osservazione e una serie di caverne e rifugi scavati sulla parete montuosa e disposti lungo il sistema difensivo circolare. Il facile sentiero ci porterà attraverso trincee, resti di fortini ed altre opere costruite a difesa del passaggio dell'Isonzo e delle strade che scorrevano sulla sua riva destra. Il sistema difensivo doveva arginare l’avanzata delle truppe austro-tedesche, ma le posizioni furono fortemente compromesse dal pesante tiro d’artiglieria avversario e travolte durante la 12° Battaglia dell’Isonzo, tristemente nota anche come “Rotta di Caporetto”. Lungo il nostro itinerario attraverseremo il noto “ponte Napoleonico”, costruito nel 1750 per collegare le due sponde dell’Isonzo, e dopo il passaggio dell’esercito napoleonico, ribattezzato in suo onore. L’antico ponte non esiste più, venne fatto saltare alla dichiarazione di guerra dell’Italia nei confronti dell’austroungheria, per rallentare l’avanzata italiana. Durante il I° conflitto mondiale venne ricostruito dalle truppe italiane, prima in legno e poi in ferro. Al termine della guerra rifatto in pietra, come lo era anticamente.
UN PERCORSO DELLA MEMORIA NEI LUOGHI ITALIANI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, PER LA PACE E LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE
Fin dall’età dei banchi di scuola sappiamo che la Grande Guerra ha provocato milioni di morti in una carneficina che, per fortuna, non ha più avuto uguali. Ma non tutti sanno che l’inquinamento atmosferico provoca, oggi, nel mondo circa sette milioni di vittime all’anno, quasi quanti quelli della Prima guerra mondiale.
E pochi sembrano preoccuparsene davvero.
Anche per questa ragione gli alpinisti della missione Ta-Pum, nell’estate del 2014, hanno percorso oltre duemila chilometri e asceso oltre 90mila metri di dislivello, spostandosi dallo Stelvio al Mare Adriatico. Se si volesse provare lo stesso itinerario si potrebbe partire dal purtroppo famoso Sacrario di Redipuglia, in Friuli, per poi attraversare i quattro principali fronti dell’evento bellico, arrampicandosi su strade ferrate, passando di fronte a sacrari, cimiteri e forti, ma soprattutto godendo delle cime e dei luoghi più belli delle Alpi orientali. Adamello-Giudicarie, Cadore, Carnia, Fronte Giulio e Carso.
Nel contesto della 91° Adunata nazionali degli Alpini che si terrà a Trento dall’11 al 13 maggio 2018, TA-PUM sarà presente con la mostra "La guerra degli italiani in montagna", allestita presso la Torre Mirana di Palazzo Thun, sede del Municipio cittadino.
In questa sede verranno presentate le varie iniziative che l’associazione ha realizzato nel corso di questi ultimi anni, caratterizzati dalla ricorrenza del centenario della I guerra mondiale.
Uno dei progetti più originali, evocativi e simbolici proposti da TA PUM è stato sicuramente il 'Cammino della memoria' (Presentazione; VIDEO) che nel 2014, partendo dallo Stelvio al Mare, ha toccato per la prima volta in continuativa tutti i luoghi che furono scenario della Grande Guerra. Il fronte alpino è stato percorso integralmente da un team escursionistico e da uno alpinistico, attraversando quattro le regioni - Lombardia, Trentino-Alto, Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia - e decine le province e i comuni coinvolti in questo 'pellegrinaggio' storico, culturale e paesaggistico.
'Tra umano e disumano', nella duplice versione di radiodramma e spettacolo teatrale, porta in scena lo scambio di lettere tra una madre e un figlio divisi dal fronte della prima Guerra mondiale. Pubblicato in due dvd, è realizzato dall'associazione l'Uomo libero onlus nell'ambito del progetto 'Ta Pum–Il cammino della memoria' (al quale aderisce anche l'Ufficio stampa del Cnr) in collaborazione con Parole sonore e con il contributo della fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto.
I protagonisti appartengono a una famiglia italo-austriaca: Anne Block, che vive a Innsbruck ed è vedova dell'italiano Ruggero Palmieri, e il figlio Rolando, arruolato nel regio esercito italiano nel 1913. Rolando partecipa alla guerra con tutti i suoi orrori ed è ulteriormente angustiato dal dover combattere contro i propri compaesani e amici a seguito della situazione politico istituzionale e ideologica del conflitto. Una narrazione “dal fondo della trincea”, in linea con la memorialistica e la storiografia che valorizza il punto di vista dei soldati e riporta alla memoria collettiva la trama di sentimenti e affetti che sta dietro a ogni, esecutore, e spesso vittima, di volontà politiche lontane.
7 OTTOBRE
FORTE COLLE DELLE BENNE - LEVICO TERME (TN) - h 16.00
Le montagne in generale, le nostre Alpi in particolare hanno sempre rappresentato non tanto un “limes”, un confine, una barriera insuperabile, quanto piuttosto un luogo di passaggio di popoli, di incontri fra culture, lingue, tradizioni. Al punto che si può affermare che esiste una vera e propria “civiltà delle Alpi” sintesi, originale e possente, di diverse influenze, eppure dotata di una sua notevole originalità. Una civiltà che viene da lontano, da epoche remote, e che ha avuto la capacità di serbare, come in uno scrigno magico, elementi di tradizioni che, altrove, sono andati dispersi e perduti. Una civiltà che si declina, certo, in diversi linguaggi, sfaccettata, poliedrica... eppure dotata di una sua profonda unità.
“Gubbio vive negli eugubini e la vostra numerosa partecipazione qui a Pian di Salesei ne è diretta testimonianza oggi come cento anni fa”. Con queste parole il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones, ha accolto gli oltre 1500 eugubini che sabato 5 agosto sono giunti al sacrario militare di Pian di Salesei per rievocare a un secolo di distanza la tradizionale “Festa dei ceri”, avvenuta il 15 maggio del 1917 quasi a ridosso della linea del fronte. Giovani e anziani, uomini e donne, intere famiglie, molti di loro col fazzoletto commemorativo rosso al collo, hanno iniziato a giungere al sacrario alla spicciolata, la maggior parte a piedi o col servizio navetta messo a disposizione dal Comune ben prima dell’inizio della cerimonia proseguita poi per tutta la mattinata con gli interventi delle autorità istituzionali e delle associazioni coinvolte nella commemorazione.
Il sindaco Grones ha ricordato la Grande Guerra come un avvenimento “che ha sconvolto il mondo, segnato per sempre la nostra valle, la nostra comunità e la nostra vita”. Una tragedia che ha lasciato sulle pendici del Col di Lana più di 8.000 morti di ogni ordine, grado e nazionalità: “Il ricordo di quella straordinaria festa in guerra e di quella immane tragedia deve restare sempre vivo perché l’uomo dalla storia deve imparare i valori della pace. Oggi più che mai”.
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Il Programma:
Giovedì 3 agosto
Alle 17:00 - P.zza II Risorgimento: Presentazione della manifestazione “Asiago: conoscere, ricordare e tramandare” e a seguire la Guerra di Giovanni di Edoardo Pittalis e Gualtiero Bertelli.
Venerdì 4 agosto
Dalle 10:00 alle 18:00 - Sacrario Militare:Visite guidate al Sacrario Militare a cura dell’Associazione Amici del Museo Storico della Terza Armata
Alle 17:00 - P.zza II Risorgimento: Incontro dal tema “La geografia serve a fare la guerra? ” relatori Massimo Rossi della Fondazione Benetton – Paolo Plini e Marco Ferrazzoli del CNR - Walter Pilo dell’Associazione Ta Pum. Modera Giuseppe Giannotti, Vicedirettore RaiStoria
Alle 20:45 - Sacrario Militare: Spettacolo teatrale “Filo spinato nel cuore”, gruppo teatrale il Canovaccio
Con questa immagine che ritrae il lago di Garda e le propaggini della pianura veneta, dalle postazioni del così detto Fronte Immobile sul monte Baldo, vi salutiamo augurandovi un 2017 ricco di serenità e soddisfazioni.
Noi affronteremo l'anno nuovo organizzandoci per il riconoscimento di Ta Pum come itinerario culturale europeo, avendo approntato nel corso del 2016: un documentario sul cammino effettuato e realizzato dal CNR; un dvd, "Tra umano e disumano" -tradotto in inglese e tedesco- che racconta, anche per trasposizione teatrale, la storia della corrispondenza tra una madre ed un figlio di una famiglia italo-austriaca, divisi dalla guerra; le buste dei semi di "non ti scordar di me" presentate ad Asiago nel corso dell'evento "Ritorno sull'Altipiano - omaggio alla Brigata Sassari"; una mostra fotografica, basata sulle copertine di Achille Beltrame per la Domenica del Corriere, alla quale abbiamo dato il nome "La guerra degli italiani in montagna", mostra che vogliamo rendere disponibile a chi ne faccia richiesta; la prima delle due guide cartacee di Ta Pum dedicata al percorso alpinistico (la seconda vedrà luce nel 2017).
Come vedete una grande mole di lavoro per una piccola realtà, alla quale va aggiunto il documentario prodotto sul Cammino da RAI Storia e messo in onda più volte nel corso della passata estate. Inoltre non dimentichiamo la nostra partecipazione a numerosi eventi promossi da istituzioni ed associazioni amiche, dal Comelico a Gallio, da Gorizia a Duino, da Bolzano al Garda.
Vedremo di non smentirci e di restare in "prima linea" anche per il tempo a venire, confidando nel vostro seguito, anche attraverso i social, che non ci è mai mancato e che vi ha visto sempre attenti e numerosissimi.
Tratto dal catalogo:
Nel Bel Paese già itinerano alcune mostre dedicate alla Grande Guerra, vista attraverso le copertine della Domenica del Corriere, illustrate dalla penna di quel genio del disegno animato che si chiamava Achille Beltrame.
Si tratta di mostre antologiche, veramente importanti, che ripercorrono in toto gli avvenimenti di quei fatidici anni, visti spesso con gli occhi (bisogna pur dirlo) della propaganda militare e della convenienza politica. Basti pensare che, al tempo della tremenda ritirata avvenuta dopo la disfatta di Caporetto, non una sola copertina fu dedicata ai fatti che rischiarono di farci perdere tutto, faccia compresa. Ciononostante va riconosciuta a Beltrame (ed al “Corriere”) la capacità, incredibile per quei tempi, in cui i mezzi di comunicazione erano nulli, di riuscire ad entrare nelle case di un’Italia contadina e perlopiù analfabeta, attraverso immagini, pur edulcorate, ma sostanzialmente veritiere, e testimoniare quanto avveniva sui nostri monti infiammati.
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