Esce il 15 novembre The great war, l’ultima opera del disegnatore Joe Sacco.
In una videointervista, l’autore spiega come ha ricostruito quel 1 luglio 1916, primo giorno della battaglia della Somme, che si concluse il 18 novembre con un bilancio di circa 300mila morti tra militari britannici, francesi e tedeschi.
“Volevo che sembrasse di guardare il mondo dall’alto, osservando semplicemente quello che succede senza che nessuno ti dica cosa sta succedendo. Ci sono i soldati che vanno in trincea e di ognuno pensi: lui ha una madre, questo una fidanzata, ciascuno ha una storia.
Per la prima volta ho cercato di affrontare l’argomento da disegnatore e non da giornalista. È la prima volta che me lo concedo, e questo ha liberato qualcosa di nuovo dentro di me, che non so dove mi porterà”.
Oreste Jacovacci: “Ma che fai aoh, prima spari e poi dici chi va là?”
Sentinella: “È sempre mejo ‘n amico morto che ‘n nemico vivo! Chi siete?”
Oreste Jacovacci: “Semo l’anima de li mortacci tua!”
Sentinella: “E allora passate!” »
La grande guerra è un film del 1959 diretto da Mario Monicelli, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema.
Vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini e nominato all’Oscar quale miglior pellicola straniera, si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d’argento.
Dalla Provincia arriva un contributo di 203mila euro al Comune di Rovereto per i manufatti sullo Zugna. Stanziati 121mila euro per Malga Campobrun ad Ala.
ROVERETO. Il conto alla rovescia per le celebrazioni del centenario della Prima Guerra mondiale è iniziato ormai da tempo e, in tutta la provincia, fremono i preparativi per le commemoriazioni. Tra questi, all’interno di una ricchissima e impegnativa programmazione pluriennale, c’è anche sistemazione di molte e importanti strutture e manufatti bellici che rivestono una grande interesse storico e consentono, a trentini e ospiti, di avere un’idea di quanto accaduto un secolo fa nella nostra martoriata terra di confine.
Si tratta della lettera che Stefano Rum, un giovane isolano impegnato nella Prima Guerra Mondiale, invia al suo bambino di 4 anni dal fronte nel 1916.
Ci colpì la saggezza e la virtuosità di sentimenti con cui un padre si rivolge al figlio cercando di trasmettergli valori ormai svaniti nelle nostre giovani generazioni. Le sue mirabili parole testimoniano una padronanza della lingua italiana impensabile per chi, come lui, ha frequentato soltanto la Seconda classe Elementare.
Stefano non conoscerà mai il suo bambino perché rientrerà dalla guerra gravemente ammalato di polmonite e morirà dopo pochi giorni.
Di questa condizione di (quasi) inconsapevolezza è splendido testimone Stefan Zweig. Lo scrittore ebreo-austriaco, morto suicida nel 1942 scrisse in Il mondo di ieri, una autobiografia che ha voluto essere la narrazione del destino di una generazione.
"È forse difficile" - scrive Zweig nel capitolo "Luce e ombra sull'Europa" - "rappresentare [...] l'ottimismo e la fiducia universale che animavano noi giovani al principio del secolo. Quarant'anni di pace avevano accelerato il ritmo della vita, le scoperte scientifiche inorgoglivano lo spirito delle generazioni: cominciava un'ascesa quasi contemporaneamente sensibile in tutte le nazioni della nostra Europa".
Filmati d’epoca, inediti o poco conosciuti, per raccontare la Grande Guerra al cinema, sul web e in televisione. In vista del primo centenario del conflitto che all’inizio del secolo scorso sconvolse il mondo è stato varato il progetto European Film Gateway 1914 a cui partecipa anche la Fondazione Cineteca Italiana. Negli studi di viale Fulvio Testi 121, a Milano, tecnici ed esperti hanno provveduto, infatti, al restauro digitale e alla traduzione in formato elettronico di oltre 20 ore di immagini su pellicola realizzate tra il 1910 e il 1925 e comprendenti ricostruzioni e prese dirette che documentano la Prima Guerra Mondiale nelle sue diverse fasi.
La Prima guerra mondiale cominciò con i colpi sparati nel 1914 nella città di Sarajevo, che apparteneva allora all’Austria-Ungheria di cui faceva parte la provincia di Bosnia ed Erzegovina. Il 19-enne studente Gavrilo Princip uccise il principe ereditario Francesco Ferdinando.
L’attentato di Sarajevo ebbe una grande risonanza sulla stampa sia europea che russa. Qui sotto faremo conoscere ai nostri lettori le pubblicazioni dei giornali Russkije vedomosti (Notizie russe) e Russkoje slovo (Parola russa) del giugno di quel tragico anno quando si sentirono i primi accordi dell’ouverture della Prima guerra mondiale.
95esimo anniversario della fine del primo conflitto mondiale.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel giorno dell’Unità nazionale ha scritto nel suo messaggio: ”Nella ricorrenza del 4 novembre, celebriamo l’Unità Nazionale e il 95esimo anniversario della fine del primo conflitto mondiale, testimoniando la vicinanza del Paese alle Forze Armate, garanti di libertà e presidio delle istituzioni democratiche”.
“Rivolgerò il mio commosso pensiero – scrive Napolitano – ai caduti di tutte le guerre e a coloro che hanno perso la vita, in Patria e all’estero, per la sicurezza del Paese e della comunità internazionale e per la salvaguardia della pace”.
Il fante Antonio Beschi morì al fronte nel marzo del 1918. Per anni lo avevano cercato in Germania Dopo lunghe ricerche un pensionato di Castiglione individua le spoglie in un cimitero della Polonia
CASTIGLIONE. Quella di Giovanni Chiarini, castiglionese, è una storia che parte da lontano. Lo zio Antonio Beschi, giovanissimo, fratello della nonna materna, fu mandato in guerra e, come tanti, era convinto che sarebbe finita presto, in pochi mesi. In realtà, quella “guerra lampo”, si trasformò nella Grande Guerra, un carneficina che vide molti giovanissimi non fare più ritorno.
C'era anche il presidente della Regione alla cerimonia di commemorazione dei Sassarini caduti nell'altopiano di Asiago durante la Prima guerra mondiale.
"Il collante che unisce i sardi con la comunità di Asiago è quella Brigata Sassari che è la nostra identità. Non è storia, ma siamo noi, è attualità". Così il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, intervenendo nell'aula comunale di Asiago prima di partecipare alla commemorazione dei Sassarini caduti durante la Prima Guerra mondiale nelle sanguinose battaglie sul Monte Zebio e ora sepolti nel cimitero di guerra di Casara Zebio a 1600 metri d'altezza.
Dal 2011 218 soldati della Brigata Sassari riposano in questo angolo di Veneto diventato ufficialmente terra di Sardegna.
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