Un progetto per ricordare quanti, profughi e prigionieri, furono deportati sull’isola dell’Asinara nel periodo della Grande Guerra e che, a giugno, integrerà le celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale. Un progetto che, promosso dall’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Diana, ha trovato subito d’accordo il Comune di Porto Torres, il Parco nazionale dell’isola dell’Asinara, l’Università di Sassari e quella Belgrado.
E proprio oggi (29 novembre) a Stintino era presente Petar Skundrich, consigliere del Primo Ministro serbo. Una presenza legata all’esigenza di approfondire ulteriormente l’argomento che, ha rivelato lo stesso Skundrich, lo interesserebbe da vicino.
Una Venezia che ricorda i bei tempi passati solo grazie allo sciabordio dell'acqua contro piloni e ponti, perché i suoni nell'aria sono diventati altri nel luglio di guerra del 1915 : ''un colpo di cannone, improvvisamente, scuote. Un secondo colpo, un terzo, più lontano. L'eco magnifica dei palazzi riversa il suono verso il mare. Affacciata alla finestra dell'Hotel, io cerco l'aereo nemico: è altissimo e oltrepassa uno stretto abisso blu tra due nuvole''.
Un inedito (in Italia, ovviamente) di Colette fa comunque notizia, ma questo che pubblica ora Del vecchio, in vista delle celebrazioni l'anno prossimo del centenario dello scoppio del conflitto, è in più un reportage sulla Prima Guerra Mondiale che, senza tacere gli orrori del conflitto, coglie il permanere della bellezza e il senso della rinascita nel Vecchio Continente.
La cerimonia fissata per il 17 maggio 2014. Il sindaco di Medea: è un messaggio di pace a tutta l’Europa e un ricordo degli italiani deceduti sul quel fronte.
MEDEA. Zolle di terra di 35 cimiteri del fronte austro-russo, e in particolare della Galizia, dove sono sepolti italiani che sono morti con la divisa austroungarica durante la prima guerra mondiale, saranno portate in Italia e deposte nell’ipogeo dell’Ara pacis di Medea. Andranno ad affiancare le terre di 800 cimiteri, anche stranieri, che ospitano caduti della seconda guerra mondiale e le ampolle di acqua dei mari dove si svolsero le battaglie navali.
Cent’anni dalla Grande Guerra - Condividete le memorie di famiglia.
Il 2014 sarà l’anno dell’anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. La Stampa lancia con il britannico The Guardian e altri giornali europei un progetto per raccogliere e raccontare le storie inedite e i ricordi di quella tragedia
Il 2014 sarà l’anno del centenario della Prima Guerra Mondiale, segnato da commemorazioni e momenti di riflessione in tutta Europa. Non si tratterà soltanto di rievocare un momento storico decisivo per il mondo, ma anche di tentare di capire quali conseguenze ed eredità della Grande Guerra siano ancora rintracciabili nel mondo contemporaneo.
Il Sacrario ospiterà nel luglio 2014 un evento internazionale che aprirà le celebrazioni del centenario della Grande Guerra.
GORIZIA. Sarà l’avvio delle manifestazioni nazionali e regionali del centenario della Prima guerra mondiale. Sarà uno degli avvenimenti internazionali di maggior rilievo capace di attirare l’attenzione mondiale sul significato profondo del ricordare l’immane carneficina.
Il 5 o il 6 luglio del 2014 il Sacrario di Redipuglia ospiterà il concerto-evento diretto dal maestro Riccardo Muti.
Il fuoriporta di questa settimana ci porta in Veneto, tra le province di Vicenza, Treviso e Belluno, sul massiccio del Grappa dove la storia, tra la galleria e la caserma Milano, le groppe tormentate dei Solaroli e la “nave del Grappa” col suo impressionante sacrario monumentale, è scolpita nelle rocce.
Proprio in questi giorni, novantasei anni fa, sulle balze del Grappa e lungo il Piave, si stava decidendo il destino della Grande Guerra sul fronte italiano. Dopo aver sfondato le linee italiane nelle conche di Plezzo e di Tolmino, l’armata austrotedesca era avanzata velocemente fino alla pianura veneta, animata da uno slancio apparentemente inarrestabile.
Florian Illies, storico dell’arte, racconta in un libro pubblicato da Marsilio il 1913, l’anno chiave del Novecento, quello che avrebbe plasmato tutto un secolo...
Il 1913 è l’anno chiave del Novecento, l’anno che avrebbe plasmato tutto un secolo. A dispetto dell’incombente tragedia - lo scoppio della prima guerra mondiale -, cento anni fa si manifestarono un fermento e una fecondità di opere e di talenti senza pari.
La letteratura, l’arte e la musica sono ancora estranee alla perdita dell’innocenza che l’umanità avrebbe sperimentato di lì a poco, e tutto sembra possibile. Così, mentre Franz Kafka (nella foto sopra) arriva quasi a impazzire d’amore, Ernst Ludwig Kirchner disegna le cocotte di Potsdamer Platz; Virginia Woolf ha pronto il suo primo libro mentre Robert Musil consulta un neurologo; Thomas Mann pensa alla Montagna magica e Oskar Kokoschka compra una tela grande quanto il letto dell’amata Alma Mahler; Igor Stravinskij festeggia la prima assoluta di Le sacre du printemps e incontra la sua futura amante, Coco Chanel; D.H. Lawrence fugge con la donna che gli ispirerà il personaggio di Lady Chatterley; Picasso e Matisse vanno a cavallo insieme...
LONDRA – A soli 12 anni ha vissuto gli orrori nelle trincee della Prima guerra mondiale e ha rischiato la propria vita in una unità di mitraglieri. L’incredibile storia del bimbo-soldato britannico Sidney Lewis è riemersa dagli archivi e l’Imperial War Museum di Londra lo ha dichiarato ufficialmente come il più giovane militare dell’esercito di Sua Maestà che ha combattuto nella Grande guerra.
Sidney era riuscito ad arruolarsi nell’agosto del 1915 come volontario, grazie al suo aspetto fisico che lo faceva apparire molto più grande. Nell’estate del 1916 ha partecipato alla terribile battaglia della Somme, in Francia, e ha assistito ad assalti e massacri fra le trincee.
Solo una lettera di sua madre Fanny, spedita agli alti comandi, ha fatto in modo che alla fine dell’agosto 1916 il bimbo-soldato lasciasse il fucile e tornasse a casa. Di recente è stato scoperto che Sidney è stato decorato e che si è riarruolato, questa volta in regola con i requisiti per l’età, dopo la fine della prima guerra.
Verrà restituita a un piccolo paese in provincia di Cosenza Il giovane faceva parte della pluridecorata Brigata Perugia.
L'eco della Grande Guerra risuona in un piccolo paese della Calabria dove a distanza di cent'anni torna il ricordo del primo conflitto mondiale. A portarlo è una targhetta funeraria appartenuta al fante calabrese Alfonso Pignataro.
La storia inizia molti anni fa quando due fratelli recuperanti, Mario e Costante Rossi di Sasso di Asiago, stavano perlustrando i boschi sopra la frazione asiaghese dove abitano alla ricerca di cimeli. Quel giorno il radar diede un lungo sibilo facendo riaffiorare dal terreno una targhetta funeraria che era stata posta lì per identificare la salma di un soldato caduto durante un combattimento, al quale era stata data una sepoltura frettolosa. Si trattava, come riportato nella targhetta, di “Alfonso Pignatari, soldato 129 fanteria di Castrovillari nato nel 1893 e caduto il 28 gennaio del 1918”.
Il filo che lega un uomo al fronte durante la Prima Guerra Mondiale e il suo bisnipote ricoverato in psichiatria
Nudo e solitario: è un albero in mezzo al campo di battaglia, ma anche un uomo che cammina per strada perso nella sua mente.
Quando la sua vita va in pezzi ("tremila, quattromila") e con essa la realtà, lo scrittore Silvano Landi si perde, e vaga incessantemente tra il suo presente e il passato del bisnonno, soldato al fronte della Prima Guerra Mondiale.
Dopo anni lontano dal tavolo da disegno, Gipi torna al fumetto mettendosi a nudo senza l'umorismo, da lui definito come "scudo dei fragili", costruendo il percorso doloroso e affascinante attraverso una mente frammentata. Dalle pagine di "unastoria" , pubblicato da Coconino Press - Fandango , emergono pian piano i pezzi di due vicende che si fondono in una: presente e passato che dialogano attraverso il linguaggio del trauma e del dolore.
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