La sera del 4 agosto 1914, poco dopo il voto unanime del governo inglese di appoggiare la Francia dichiarando guerra alla Germania, il ministro degli esteri Edward Grey, osservando le luci di Londra che si spegnevano per il primo oscuramento anti aereo, osservò tristemente: «La luce si sta spegnendo in tutta Europa e non la vedremo più riaccendersi nel corso della nostra vita». Grey morì nel 1933 senza avere visto riaccendersi quelle luci.
Il 2014 porta con se' un grande anniversario, uno di quelli che tutti, soprattutto i giovani che non hanno mai visto o sentito parlare in modo dettagliato dell'evento di cui si parla proprio perche' tali, non possono ignorare: 100 anni dalla Grande Guerra, 1914-2014, la prima guerra mondiale, quella che gli studenti delle scuole spesso sono abituati a studiare per sommi capi tanta e' l'attrazione invece per la seconda che ha condotto all'immane tragedia dell'Olocausto. Ma finalmente e' arrivata l'occasione per rendere omaggio ai nostri soldati e ai tanti civili caduti in questo lungo conflitto di cui troppo poco si parla.
Come se non bastasse l’ipetrofica offerta quotidiana di calcio, qualche illustre giornalista si è lamentato nei giorni scorsi per la sosta della serie A durante le vacanze di Natale, che sarebbe invece il momento ideale per godersi altro pallone in televisione o allo stadio – è da sperare soltanto che non siano le stesse penne che invocano una lunga sospensione nel medesimo periodo dell’anno per evitare inverecondi spettacoli su campi ghiacciati o coperti di nebbia e per sottrarre i tifosi sugli spalti all’inclemenza del freddo invernale.
TRIESTE. Prenderà avvio domani sera, con un’anteprima, l’11° edizione del Danceproject Festival, manifestazione di danza contemporanea organizzata dall’Actis di Trieste e sostenuta dalla Regione e dalla Fondazione Casali. Il tema del festival, “Occhi sull’abisso”, intende indagare il contesto culturale e artistico triestino nei momenti precedenti e durante lo scoppio della prima guerra mondiale. La dimensione della danza e del teatro, creando un ponte tra presente e passato, cercherà di cogliere la complessità dei molteplici aspetti dell'animo dell'uomo contemporaneo.
E’ partita da un pezzo di carta, un semplice attestato, e da una medaglia al valore. Una ricerca a ritroso nel tempo partita in sordina e che, tassello dopo tassello, ha portato la fondana Tina Rotunno a scovare le ultime tracce di un proprio caro scomparso nel corso della Grande guerra, Giuseppe Di Manno. Un padre, come raccontatole dal nonno Michele, di cui si era persa ogni traccia da decenni. Da qualche settimana, ha scoperto che venne deportato in Austria: trovò la morte nei pressi di Vienna, nel campo di prigionia di Sigmundsherberg.
Istantanee sulla vita culturale e sociale dell'Europa che si avvia all'autodistruzione. Un libro bellissimo pubblicato da Marsilio. In 1913. L'anno prima della tempesta, Marsilio, Florian Illies disegna una serie di istantanee - suddivise mese per mese - che ci restituiscono fatti e clima culturale di quell'anno di inizio secolo che sarebbe precipitato presto nella Grande guerra.
Con Illies entriamo soprattutto in quel clima culturale e sociale: modernismo letterario, arte d'avanguardia, scienza, industria, personaggi che gli anni avrebbero reso "storici": per esempio Hitler o Stalin. Non offre sguardi prospettici l'autore. Solo la sequenza delle istantanee - alcune di poche righe, le più lunghe mai oltre le due pagine. Ed è il lettore a metterle in prospettiva, con la consapevolezza della storia successiva.
Prosegue la rassegna "I Venerdì della Bibioteca".
Nell’ambito dell’iniziativa, venerdì alle 17, alla Biblioteca civica "Simonetta Comanedi", sarà presentato il libro "Per un sacco di grano", scrittoda Eleonora Aldani, al suo terzo lavoro letterario: Carla Sacchi ha collaborato alla realizzazione del testo, il Gruppo Editoriale David and Matthuaus ne ha curato la pubblcazione e la presentazione sarà condotta dal professor Gianni Ballabio.
Dopo i successi delle mostre dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e alla grande esposizione sui codici miniati “Illuminare l’Abruzzo”, la Fondazione Carichieti propone al pubblico ancora una volta una programmazione attenta e di alto livello scientifico. Mentre si avvicina il centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), la Fondazione promuove einaugura Sabato 22 febbraio una nuova esposizione dal titolo “Sironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix”.
Sul fronte francese, nei primi mesi della prima guerra mondiale, i soldati d'Oltralpe uscivano dalle trincee e fraternizzavano con i nemici tedeschi. Questo accadeva per l'esattezza a Natale del 1914, quando emergeva prepotente la voglia di smetterla di ammazzarsi a vicenda per motivi che a volte risultavano incomprensibili a questi giovani soldati.
La regione dell'Artois, nel nord della Francia, non lontano dal confine con il Belgio, è stata uno dei luoghi di fraternità tra combattenti avversi. Non sono leggende: è tutto documentato.
Sui fronti del Triveneto il Centenario della Grande Guerra è già iniziato. Con un anno e passa di anticipo sul calendario. A prendersi avanti con le iniziative storiche e turistiche sono i territori che nel 1914 - quando il conflitto deflagrò tra Imperi Centrali e Triplice intesa russo-franco-inglese - erano ancora al di là del confine: quell'Italia Irredenta per la quale gli eserciti del Regno sarebbero stati mobilitati nel maggio del 1915.
Lì ai margini dell'italianità - in Trentino e in quella che ancora non si chiamava Venezia Giulia - i ventenni che parlavano quasi lo stesso dialetto dei veneti furono chiamati alle armi a fine estate del '14.
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