Ronchi dei Legionari (Gorizia) – Aeroporto Fvg, dicembre 2013 – gennaio 2014. È visitabile fino al 10 gennaio prossimo, presso l’aeroporto di Trieste (in realtà Ronchi dei Legionari) al piano superiore dell’area partenze, la mostra fotografica che attraverso i quaranta scatti di Fabrice Gallina – abile fotografo impiegato presso l’Agenzia per il Turismo del Friuli-Venezia Giulia – simula e rievoca il viaggio in treno che da Redipuglia portava fino a Most Na Soèi (Santa Lucia d’Isonzo, Slovenia) durante la Prima Guerra Mondiale.
L'Ossario del Pasubio è minacciato dai cambiamenti climatici. Per tutelare il riposo eterno degli oltre 5 mila eroi della Grande guerra tumulati al suo interno, la fondazione “3 Novembre 1918” ha commissionato un restauro da 300 mila euro, giunto ieri al via libera definitivo. «I lavori partiranno a primavera» ha confermato il generale Domenico Innecco, presidente dell'ente che commissionò la costruzione del sacello all'inizio degli anni Venti e che ancora oggi si occupa della sua manutenzione. «Sarà isolato dalle infiltrazioni e verrà ripristinata la bellezza originale degli interni affrescati».
Come un faro affacciato sulla Val Leogra, a quota 1217 sul livello del mare, il sacrario è esposto agli agenti atmosferici dal 1926, anno in cui la torre di 35 metri fu completata.La fondazione “3 Novembre” nacque alla fine del primo conflitto mondiale per volontà del maresciallo Guglielmo Pecori Giraldi, che comandò la Prima Armata sul Pasubio dal maggio 1916 sino alla vittoria, e che alla fine dei suoi giorni volle essere tumulato insieme ai suoi caduti nel sacello.
CHIETI – Dopo la “Menzione d’onore”, ottenuta nel 2012 al Premio Firenze, con il saggio Scrittori di Germania, il prof. Fausto De Sanctis, Dirigente Scolastico a Guardiagrele e noto studioso di De Lollis – con ben cinque volumi al suo attivo, torna a dare lustro all’Abruzzo con una sua nuova opera, scritta a due mani con il giovane autore Filippo Pierfelice.
Il libro Cesare De Lollis e la Grande Guerra (Pescara, Editrice Sigraf, 2013), già presentato a Casalincontrada e Guardiagrele da Massimo Pasqualone e a Francavilla al Mare da Umberto Russo, per festeggiare i 150 anni della nascita dell’insigne letterato abruzzese Cesare De Lollis (Casalincontrada 1863 – ivi 1928), ma anche per ricordare il 1° Centenario della Grande Guerra (1914-2014), ha ricevuto il primo premio (Fiorino d’oro) alla XXXIa Edizione del Premio Firenze (2013), per la Saggistica edita.La cerimonia di premiazione, alla quale è seguita una cena di gala presso la sede del Consiglio Regionale della Toscana, si è svolta a Firenze sabato 7 dicembre, alle ore 16.30, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.
Teatro delle Tradizioni Venete P. Xicato presenta: "Caporetto. Cent’anni dalla Grande Guerra 1914-2014", atto unico di E. Ventura con lettere dal fronte di G. Borsi. Un’ occasione per riflettere su eventi lontani che hanno così radicalmente cambiato il nostro “Occidente” recidendo definitivamente il cordone ombelicale che lo legava all’illuminismo.
Nasce circa nove anni fa, come lavoro originale, dalla necessità di raccontare “una situazione umana” che, forse, ci tocca solo marginalmente, ma che per altri popoli e paesi, oggi, è dramma quotidiano e lo è stato anche per le nostre terre per tre lunghi anni di guerra. La spinta a far uscire dal cassetto queste poche pagine, è, poi, venuta dall’incontro, come spesso accade, casuale con “Lettere dal fronte” di Giosuè Borsi.
L’imminenza delle celebrazioni europee del centenario della Grande Guerra impone una riflessione sulle cause del conflitto e sui molteplici fattori che hanno condotto l’Europa al primo grande suicidio del XX secolo. Particolari importanti, che indicano ancora come la Grande Guerra sia origine dell’Europa moderna, si possono rintracciare ovunque, basta coglierne il significato simbolico a partire appunto dal luogo dell’inizio, il 28 giugno 1914. Eccovi il racconto in prima persona di chi ha conosciuto quei luoghi.
Come ha scritto uno degli storici militari italiani più importanti, Giorgio Rochat, a Giulio Douhet (1869-1930, l’antesignano delle teorie sul «dominio dell’aria») è toccata la stessa sorte di Niccolò Machiavelli: quella cioè di essere più studiato all’estero che in patria.
A colmare questa lacuna viene pubblicata in questi giorni dal Mulino la biografia di Eric Lehmann, “La guerra dell’aria. Giulio Douhet , stratega impolitico (pp. 226, Euro 20), che ha il merito di analizzare per la prima volta i diari e le corrispondenze del soldato visionario, autore del classico “Dominio dell’aria” (prima edizione 1921, poi ampliata e riscritta) che già prima della Grande Guerra in una serie di articoli e saggi analizzava le possibilità militari della «aeronavigazione». Ma è durante il conflitto mondiale che questo ufficiale nato a Caserta ma di origine savoiarda elaborò, in stretto collegamento con l’ingegner Gianni Caproni, le sue teorie sull’importanza strategica dell’aviazione.
Delmo Stenghele torna sul Primo conflitto mondiale con scritti e immagini dall'Alto Vicentino: ne sono protagonisti i soldati, il loro privato, le fidanzate.
Dopo il successo riscosso dal volume “La Grande Guerra nella Valle dell'Astico- Terra di confine”, edito nel maggio 2010, Delmo Stenghele ritorna ad approfondire il primo conflitto mondiale con l'opera “1914-1918. I Protagonisti”, col sottotitolo “Scritti e immagini della Grande Guerra dall'Alto Vicentino”, libro che sarà presentato oggi sabato, alle 20, al Piccolo Teatro di Forni. Una occasione che in qualche modo anticipa il 100° della Prima Guerra Mondiale che si aprirà nell'estate 2014.
Il termine “Grande Guerra” è apparso a partire dal 1914, quando divenne subito evidente che l’estensione delle operazioni militari, i milioni di soldati sul campo e la sua durata ne avrebbero fatto un conflitto dalle dimensioni inedite e senza termine di paragone.
La guerra del 1914-1918 fu mondiale, totale e industriale. I suoi contemporanei la chiamavano “Grande Guerra”, con due G maiuscole. Un’evidenza.
Grande Guerre, Great War, Große Krieg, Grande Guerra, … tutte le nazioni belligeranti hanno usato questa espressione. Ci si chiede in quale paese l’espressione sia apparsa per prima volta. Lo storico Nicolas Offenstadt, specialista della Prima guerra mondiale, risponde : “Ritengo non siano state fatte ricerche approfondite sulla questione. A partire dal 1914-1915, l’espressione viene largamente usata nello spazio pubblico in Francia e in Germania. Diverse pubblicazioni riportano questa espressione. Ma non è la sola a designare il conflitto : si parla di “guerra”, di “guerra mondiale” (“Weltkrieg” è molto corrente in Germania) o ancora di “guerra del 1914″…
A cento anni dalla grande guerra, Daniele Biacchessi e Massimo Priviero mettono in scena in anteprima assoluta “1914 – 1918, la guerra degli ultimi. Diario di un alpino”, spettacolo di teatro, letteratura e canzoni. Alla riduzione teatrale ha collaborato anche Fulvio Bella.
Pietro Antonio Bruna-Rosso, alpino classe 1896, nato a Elva in Val Maira, a ottant’anni decide di scrivere “quello che ricordo della mia vita”. Prende in mano la penna e con la sua grafia limpida ed ordinata riempie 40 pagine di foglio protocollo.
La vita di montagna, i ricordi dell’infanzia e della giovinezza incrociando i momenti storici come la rotta di Caporetto, le battaglie sul Monte Nero, perdono ogni retorica e si presentano a noi con i fuochi in lontananza dei paesi bruciati e le granate di cannone che scoppiano al suo fianco uccidendo compagni ed amici.
Nell’approssimarsi del centenario dello scoppio della I Guerra Mondiale, la Città di Villorba realizza in collaborazione con la Provincia di Treviso e con il Centro di documentazione sulla Grande Guerra di San Polo di Piave una mostra fotografica dal titolo “Frammenti dalla Grande Guerra”.
L’iniziativa verte sull’esposizione di pannelli fotografici “Dalla Moldava al Piave: i legionari cecoslovacchi sul Fronte Italiano della Grande Guerra”, una vicenda poco nota, un “frammento” appunto, ma non per questo meno significativo: la “Legione Cecoslovacca” combatté a fianco dell’esercito italiano, distinguendosi dalla battaglia del Solstizio sul fronte del Piave nel giugno 1918, apportando un notevole contributo alla vittoria italiana.
© 2024 Ta Pum
Il presente sito fa uso di cookie anche di terze parti. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie.