Il comitato organizzatore ristruttura il “Museo della Battaglia” di Vittorio Veneto, gli alpini ripristinano la galleria Vittorio Emanuele. E arriva un simulatore di volo.
In troppi lo dimentichiamo: a Cima Grappa sono sepolti 22.910 soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, a Nervesa 9.235, a Fagarè del Piave 10.543. E poi ci sono quelli del cimitero francese di Pederobba. Una carneficina, dal Grappa al Piave, fino a Vittorio Veneto, su quello che i tedeschi chiamavano “Italienfront” o “Gebirgskrieg”. Da una parte il Regio Esercito italiano e i suoi alleati, dall’altra le armate di Austria Ungheria e Germania. È la prima guerra mondiale, tra il 1915 ed il 1918, che tanti hanno rimosso non solo dai ricordi, ovviamente riportati, ma anche dalla coscienza.
In occasione del Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, l’Associazione Ta Pum promuove un “Cammino della memoria” nei luoghi, dallo Stelvio al Carso, che furono lo scenario della Grande Guerra. Un viaggio per conoscere e capire la Storia ‘in maiuscolo’, che ha sconvolto e cambiato il mondo, ma anche le tante storie ‘minuscole’, scritte con l’inchiostro e con il sangue di quanti in quei luoghi hanno combattuto e sofferto.
Sono trascorsi tre mesi dal primo giorno di “SoloIlVento“: il primo maggio andava online il primo post di questa fantastica avventura fotografica sul Sentiero della Pace e dintorni. Era il primo post “operativo” nel quale presentavo un po’ tutto il progetto.
I mesi precedenti, dedicati alla preparazione del tutto, erano invece trascorsi condividendo pensieri e programmi e percorsi con le splendide persone che mi hanno fin qui assistito sia della Provincia Autonoma di Trento che del Museo Italiano della Guerra di Rovereto e dell’Accademia della Montagna di Trento. Poi leggendo libri, verificando fonti e luoghi, sottolineando le cose da non mancare assolutamente e consigliate anche da molti di voi.
A 2681 metri tra Trentino Alto Adige e Lombardia, sospeso nelle memorie della Prima Guerra Mondiale c’è anche la storia del rifugio A. Bozzi che prima era una casermetta costruita nel 1910 dal Genio Militare con l’obbiettivo di impedire il contrabbando e presidiare il confine con il Tirolo Austriaco. Durante la Grande Guerra, la casermetta, fu adibita a sede del comando della 50^ e della 52^ compagnia del battaglione Edolo e della 245^ compagnia del battaglione Val d’Intelvi. L’edificio venne inaugurato come Rifugio alpino nel 1968.
“Ora sappiamo che siamo mortali” dichiarava il poeta Paul Valery all’indomani della Grande Guerra, esprimendo così, lui il più grande critico e poeta simbolista francese, il sentimento della fine di un mondo.
La Prima guerra mondiale fu effettivamente un passaggio d’epoca che ha diviso in profondità popoli, confini politici e sociali, la visione della storia e della vita delle società europee; con il crollo degli Imperi centrali crollava la struttura politica più universale che risaliva alla visione della sovranità propria del Medioevo, erede dello stesso Impero carolingio, e con essa “Il mondo di ieri”, come intitolava i suoi racconti uno dei più grandi scrittori della Mitteleuropa Stephen Zweigg.
(Articolo tradotto dall'originale francese)
ITALIA- Roma 06/08/13. Le attività di addestramento sono state particolarmente intense nel corso del mese di luglio per le truppe alpine italiane, ma non solo. In effetti, con il mese di luglio ha chiuso il primo corso di resistenza chiamato «mountain warfare», ma anche una esercitazione in montagna per gli studenti della Accademia Militare degli Stati Uniti.
Il primo corso di resistenza denominato «mountain warfare» era una prova. Il corso di quattro settimane è stato organizzato dal Centro di Addestramento Alpino, la scuola di formazione delle truppe alpine italiane con sede in Valle d'Aosta. Questo tipo di esercitazione non è una novità per le truppe alpine italiane, ma si sta avviando un progetto più ampio per la formazione nel combattimento in montagna destinato alle forze armate dei Paesi della NATO.
Le celebrazioni si terranno il 31 luglio 2013, alla vigilia del Memorial Day che sarà ricordato per la prima volta in tutta la Russia.
Il 1° agosto 2013, per la prima volta, si celebrerà in Russia il Memorial Day dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Per questa occasione, il 31 luglio 2013, a Merano (Bolzano) il Centro Russo Borodina organizza il Giorno della Memoria dei soldati russi morti durante la Prima Guerra Mondiale in Alto Adige.
Dalla salita di Petrarca sul Ventoux ai nuovi climber dell’estremo una storia delle scalate scandita dai gradi.
Nel 1925 un forte alpinista tedesco, Willo Welzenbach (morto poi sul Nanga Parbat), elaborò una scala delle difficoltà alpinistiche, dal grado I, facile, al grado VI, estremo. Era una scala chiusa nel senso che non si concepiva la possibilità di andare oltre il sesto grado; dopo subentravano i mezzi artificiali.
L'avevano mandato lassù, sulle montagne, a sparare al nemico. Ma Eugenio Montale, come molti poeti, non amava la guerra. Aspettava la notte, "quando tacevano gli spari", tirava fuori il taccuino e scriveva. Una delle sue poesie porta il titolo del posto dove stava, Valmorbia, un paesino del Trentino, durante la Prima guerra mondiale. Ma il poeta non scrive di battaglie. Né di atti eroici. Né del freddo, della fame, della fatica.
Nella terra di Francesco Moser, Maurizio Fondriest e Gilberto Simoni non è indispensabile pedalare da campioni. Si può, ad esempio, lasciare la strada maestra e seguire il percorso di un fiume o di un torrente muovendosi in bicicletta lungo gli argini, oppure approfittare del tracciato di una vecchia ferrovia dismessa o di un tratto di strada forestale, sempre con l'obiettivo di restare lontani dalla civiltà del motore (e del rumore).
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