Il battaglione della «Volpe del deserto» nella Grande Guerra si mosse dal Friuli al Veneto. Da Claut il 15 settembre parte una camminata di quattro ore.
La “Volpe del deserto” Edwin Rommel, prima di entrare nei libri di storia per le campagne militari con l’esercito nazista in Nord Africa, aveva guidato il battaglione Württemberg nelle Dolomiti del Nordest durante la Prima guerra mondiale. A distanza di 96 anni, il Consorzio Piancavallo Dolomiti Friulane, in collaborazione con Turismo Fvg, organizza una “passeggiata” sulle tracce di quel frammento poco conosciuto della Grande Guerra. Il percorso proposto il 15 sttembre, è lo stesso che Rommel e i suoi uomini del battaglione Württemberg percorsero allora, lungo quella strada, costruita dagli alpini italiani tra il 1910 e il 1912, che collega la Val Cellina alla Val Meduna, nelle Dolomiti Friulane, ed è ancor oggi perfettamente percorribile.
Al Park hotel di Monastier in esposizione fino a maggio 2015 i documenti sul periodo dello scrittore americano nella Marca.
MONASTIER - Fotografie, mappe, oggetti e pannelli per ricostruire e documentare la presenza del grande scrittore americano Ernest Hemingway nella zona a ridosso del Piave, nel Trevigiano, nel periodo della Grande Guerra. È la proposta fino al 24 maggio 2015 al Park hotel Villa Fiorita di Monastier, organizzatore dell'evento, e curata dal Consorzio Marca Treviso in collaborazione con la Provincia di Treviso, nell'ambito delle iniziative per il centesimo anniversario della Prima guerra mondiale.
L’Adamello, dove combatterono i nostri soldati - La scalata alla vetta che ancora ospita reperti bellici oggi è costellata di bivacchi e ripari. Di escursionisti se ne vedono sempre meno: e molti si fermano prima di arrivare in cima.
Ci sono storia, memoria e avventura negli antichi sentieri di queste montagne a cavallo tra Lombardia e Trentino. Sino a un paio di decenni fa erano meta preferita di escursionisti e alpinisti. Ma ora in larga parte dimenticati, trascurati, frequentati per lo più da pochi locali. «Magari l'avvicinarsi del centenario della Prima Guerra Mondiale rilancerà la visita alle nostre cime», augurano i rifugisti, che in pieno ferragosto si ritrovano con le stanze semi-vuote. Vette a solo due ore d’auto da Milano, eppure selvagge, solitarie, fatte di granito magnifico, granuloso, solido, e ampi ghiacciai a quote relativamente basse: vicine e lontane allo stesso tempo.
Uno dei libri che più di ogni altro mi ha fatto appassionare alla grande guerra è stato il diario di Paolo Caccia Dominioni, pubblicato da Mursia negli anni novanta, un libro che merita di essere letto se, oltre agli aspetti prettamente tecnici e militari, si vuole capire il clima di un’epoca.
Paolo Caccia Dominioni, di nobile famiglia milanese, primo dei tre figli di un regio ministro plenipotenziario italiano, Carlo e della marchesa Bianca Cusani Confalonieri, studente al politecnico di Milano, si trova a Palermo allo scoppio della guerra. Decide quindi di arruolarsi, forse più per scampare gli ormai prossimi esami che lo vedono mestamente impreparato che per spirito patrio.
Da un paio di anni il classico Sentiero dei Fiori al Corno Lagoscuro, l'ardito e panoramico itinerario adamellino ricco di resti della Grande Guerra, che vide opposti italiani e austriaci, presenta un paio di suggestive varianti realizzate dalle guide alpine camune. Oggi parliamo ancora una volta di questo sentiero per esperti descrivendo le due varianti. Dal Passo del Tonale con funivia si sale a Passo Paradiso dove, superato il piccolo laghetto, per un impervio sentiero si sale al Passo del Castellaccio. Un ampio panorama sul ghiacciaio del Pisgana e sulle cime che lo circondano si apre ai nostri occhi. Qui inizia il percorso attrezzato che corre con numerosi saliscendi su una cengia. Arrivati ad alcune passerelle in legno si stacca a sinistra la prima variante: una ripida parete rocciosa viene superata con cavi e gradini in ferro che conducono in pochi minuti al cosiddetto Nido d'Aquila, un osservatorio dove i soldati italiani potevano tenere sotto controllo le postazioni austriache.
Domenica 1 settembre si rivive la Grande Guerra al Forte Pozzacchio. Il Festival “Tra le rocce e il cielo” propone il progetto “Abbracciami forte” per riportare alla memoria i truci avvenimenti della guerra raccontati attraverso gli occhi degli anziani che l'hanno vissuta in prima persona.
L'imponente Forte Pozzacchio, antica struttura bellica austro-ungarica, domenica racchiuderà un vero tesoro: la memoria degli anziani del paese che raccontano il loro passato, e ci restituiscono narrazioni dei loro nonni, dei loro padri e di loro stessi da bambini. Il Forte, dopo essere stato per lunghi anni abbandonato, nelle ultime stagioni è stato oggetto di un grande progetto di restauro che non si è ancora concluso del tutto: la riapertura al pubblico è prevista per il prossimo anno.
Un iniziativa molto interessante ha coinvolto la scuola professionale di Turismo l’ISIS ‘B. Stringher’ di Udine nell'ambito del progetto turistico degli itinerari della Grande Guerra. Gli studenti dell'ultimo anno partendo dal progetto hanno costruito degli itinerari del Friuli dedicati alla città di Udine che è stata al centro della Prima Guerra Mondiale, ricordata come ultima guerra non tecnologica dell'uomo contro uomo.
Questo progetto mi piace perchè permette di coltivare la Memoria Storica di un luogo e permette di valorizzare il patrimonio storico presente sul territorio che altrimenti rischia di scomparire e affidarlo a dei giovani ragazzi è un modo per renderli partecipi della storia del proprio paese, un modo non convenzionale ma più diretto, non ultimo permette di avvicinare i ragazzi alla montagna.
Due conferenze sulla Grande Guerra – Maso Spilzi di Folgaria e Museo Gianni Caproni.
Il primo intervento si terrà mercoledì 28 agosto 2013, alle 21.00 presso Folgaria - Maso Spilzi e avrà come oggetto «Due assi allo specchio - Francesco Baracca e Godwin Brumoswski, i maggiori assi della caccia italiana e austroungarica nel primo conflitto mondiale».
Nel corso della conferenza, Paolo Varriale illustrerà i non pochi elementi in comune tra le due figure, sullo sfondo più ampio dell’affermarsi dell’aviazione militare quale protagonista nel corso della Grande Guerra.
Anteprima prestigiosa oggi a Pordenone, della rassegna, giunta alla 12esima edizione che poi si concentrerà nel castello di Susans.
PORDENONE. Anteprima prestigiosa oggi a Pordenone, della rassegna Maravee, giunta alla 12esima edizione – con la direzione artistica di Sabrina Zannier – che poi si concentrerà nel castello di Susans, fra arti visive, sonore e performative. Alle 21, nel chiostro della biblioteca comunale (se piove all’aula magna del Centro studi), esordirà “Maravee anima - La spiritualità dalle vette al quotidiano in memoria della Grande guerra”, organizzata dall’associazione Maravee.
In occasione del Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, l’Associazione Ta Pum promuove un “Cammino della memoria” nei luoghi, dallo Stelvio al Carso, che furono lo scenario della Grande Guerra. Un viaggio per conoscere e capire la Storia ‘in maiuscolo’, che ha sconvolto e cambiato il mondo, ma anche le tante storie ‘minuscole’, scritte con l’inchiostro e con il sangue di quanti in quei luoghi hanno combattuto e sofferto.
Il 24 maggio 2015, in occasione del Centenario dell’ingresso dell’Italia in guerra, prenderà il via una spedizione storico-alpinistica che percorrerà un itinerario di oltre 1500 km, suddiviso in più di 60 tappe che collegano i luoghi la cui storia è legata ai momenti più significativi della prima Guerra Mondiale.
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